– Famiglia tunisina intossicata dal monossido di carbonio: in cinque all’ospedale, compreso un neonato di pochi mesi. Per fortuna nessuno di loro si trova in pericolo di vita.
È stata una notte di grande paura nella zona di via XXVI Agosto a Morazzone. Ancora una volta la sostanza “killer” ha seminato il panico, mettendo a rischio l’incolumità di una famiglia intera. Non è ancora chiaro cosa sia successo con esattezza, ma pare che la fonte inquinante sia stato un braciere a carbone. La famiglia di nordafricani, composta di cinque persone (moglie, marito e tre bambini di 9 anni, 7 anni e di pochi mesi) ha avvertito pesanti sintomi di malessere.
Pare che dopo aver riscaldato l’ambiente domestico, il braciere fosse stato sistemato all’esterno dell’abitazione. Ma ormai l’alloggio della famiglia era saturo di monossido. La sostanza tossica ha azzerato il livello di ossigeno rendendo l’ambiente irrespirabile. A quel punto sono comparsi i primi sintomi da avvelenamento da monossido. Ed è scattato l’allarme.
La situazione più preoccupante è subito apparsa quella del neonato, ma stando ai primi accertamenti anche lui non sarebbe in pericolo. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco del comando provinciale di Varese, i paramedici del 118 e i carabinieri della stazione di Carnago. Il personale sanitario ha sottoposto tutta la famiglia ai primi interventi di soccorso. Anche l’alloggio è stato messo in sicurezza e bonificato. A quel punto, per evitare che potessero insorgere complicazioni, i cinque sono stati trasportati all’ospedale di Niguarda a Milano dove sono stati sottoposti a trattamenti mirati.
I carabinieri si sono fermati a lungo all’interno dell’alloggio per verificare le condizioni di vita della famiglia, ma soprattutto per stabilire con certezza le cause dell’avvelenamento. Nel mirino è subito finito il braciere.
Il consiglio degli esperti è di evitare sempre di utilizzare strumenti di riscaldamento improvvisati e poco sicuri. Ma soprattutto di compiere continue manutenzioni, verifiche e controlli per accertarsi che anche gli impianti utilizzati siano sicuri. Con le esalazioni del monossido di carbonio non si scherza: la famiglia tunisina se l’è cavata con un grande spavento e un ricovero precauzionale in ospedale, ma non sempre, purtroppo, le conseguenze di simili episodi si rivelano così contenute.