Passi in avanti per la salvare La Quiete. Ieri un incontro con la cooperativa Osa

In queste ore si sta lavorando per garantire continuità alla storica clinica. Intanto, sullo sfratto non c’è stato nessun rinvio

Sono ore di tensione per i sessanta lavoratori della Quiete che rischiano di perdere il lavoro. La curatrice fallimentare Luisa Marzoli, ieri, ha incontrato la cooperativa laziale Osa (Operatori Sanitari Associati) interessata a “prendere” la Quiete in compartecipazione con il gruppo attuale Sant’Alessandro. Secondo indiscrezioni, la Cooperativa – che è un gruppo grande, con sedi in tutta Italia – si è presentata, ha fornito garanzie concrete e ne manderà entro il 9 gennaio, data in cui è previsto lo sfratto della Quiete. Sfratto su cui, a ieri, non c’è stata nessuna marcia indietro da parte della Magistratura.

Come da statuto, la Cooperativa è interessata a mantenere la continuità con la gestione precedente. In altre parole, se il 9 gennaio avverrà lo sfratto, tutto lascia pensare che la Cooperativa potrebbe tirarsi indietro e rinunciare a entrare alla Quiete. Con lo sfratto, infatti, verrebbero a mancare alla clinica i requisiti per l’accreditamento dei servizi da parte della Regione e servirebbero altri due anni per concorrere ad averli nuovamente (la Quiete è accreditata con la Regione per l’attività diagnostica, non per la degenza, per un totale di meno di 500 mila euro per il 2015).

Lo sfratto, in altre parole, non consentirebbe di disegnare ulteriori sviluppi per la struttura, in un momento in cui la Regione si è detta interessata a sviluppare attività di accoglienza dei malati cronici (Rsa in particolare) in previsione della riduzione dei tempi di degenza negli ospedali (cosa che porterà allo sviluppo di strutture per la degenza post ospedaliera).

Comune e Regione, dopo la riunione della Vigilia di Natale, si sono impegnati a firmare un documento congiunto che sarà pronto prima della fine dell’anno e in cui si ribadirà la vicinanza delle istituzioni alla clinica. Nel documento, inoltre, si parlerà di come la clinica nel prossimo futuro possa rivestire un nuovo ruolo nella sanità, nonché del valore della clinica per il mercato.

A questo punto, la priorità è quella di fare il possibile per evitare lo sfratto, o quanto meno posticiparlo a una data successiva al mese di marzo, quando la struttura andrà all’asta.

Domani i dipendenti si riuniranno in assemblea, con lo scopo di fare il punto della situazione e decidere le strategie da tenere come linea comune.