BPM Sport Management che, anziché lasciare, raddoppia. Abbiamo voluto richiamare un famoso gioco a quiz del secolo scorso per parafrasare la situazione pallanuotistica a Busto Arsizio e lo abbiamo fatto in compagnia del direttore sportivo Gianni Averaimo che non si è nascosto di fronte alla definizione degli obiettivi.
Sì, decisamente, abbiamo fatto un mercato importante. Lo abbiamo fatto per crescere e perchè dopo 4 anni vogliamo agguantare qualcosa di importante.
Una finale, il Presidente tiene particolarmente a questa cosa. Poi è vero che spesso gli sforzi economici e in ambito mercato non si traducono in risultati in vasca, lo abbiamo visto anche ai mondiali, la palla è rotonda. Certo l’obiettivo è fare bene, rispetto a Recco siamo ancora un passo indietro, ma abbiamo allestito una bella squadra mantenendo un certo tipo di organico e implementandolo con nomi importanti.
Dal gruppo, dalla squadra nel suo complesso, caricare i singoli sarebbe riduttivo. Certo, abbiamo il capitano della nazionale e tanti altri elementi di spicco, ma il gruppo è vincente se c’è una bella amalgama, ci aspettiamo il contributo massimo da tutti perchè se tutti facciamo come dobbiamo alla lunga i risultati arrivano. Se allestisci una squadra importante non vieni visto benissimo, togli equilibri, ma pensiamo a noi, abbiamo allestito questa squadra per ottenere un traguardo.
La Coppa Italia quest’anno la giochiamo, quello scorso era il primo anno che si dovevano gestire 4 stranieri. Forse il risultato ci ha fatto rilassare e quando ti rilassi paghi, sia per colpe nostre che per normative poco chiare.
Se ci ripensiamo dobbiamo dire che il campionato scorso non è andato benissimo, ma abbiamo confermato quello che abbiamo fatto di buono, spiace per il finale ma eravamo scarichi. Il Presidente quest’anno ha dato un segnale forte, c’è un impegno grosso, ci si aspetta qualcosa di importante.
Ci siamo avvicinati molto, ma potrebbero avere il colpaccio di uno straniero. Loro più di noi hanno il collettivo, cambiano poco e ogni anno stanno assieme, ma sia chiaro, non facciamo la corsa su di loro, mettiamo in vasca una squadra forte poi vediamo cosa succede.
Il settore giovanile non sempre va di pari passo con la crescita della prima squadra: per far maturare un giovane, per allenarlo, educarlo, ci vuole del tempo, non è una cosa che si può fare in un anno. Noi lo facciamo da due anni, ma per avere un assetto che possa competere con le società più blasonate che poggiano sul settore giovanile ci vuole del tempo, ad oggi le sinergie si stanno incrociando e si lavora per questo. Abbiamo ambizioni importanti anche sotto questo aspetto.
Siamo molto soddisfatti di Busto, abbiamo una costante di pubblico più alta rispetto ad altri posti, se quest’anno riuscissimo a fare una coesione non solo in vasca ma anche sugli spalti, dando forza e entusiasmo sia alla società che al presidente, potremmo davvero avere un’arma in più nel momento decisivo del campionato.