Marijuana tra le pannocchie Maxi sequestro a Ispra

ISPRA In tutto sono 170 chilogrammi di marijuana allegramente coltivata su di un terreno agricolo ampissimo. Circa 200 piante alte quasi tre metri, nascoste in mezzo al granturco.
Un vero bottino quello scovato dai miliatari della Guardia di Finanza di Gallarate a Ispra, in una distesa insospettabile. Un terreno che appare come un campo da cartolina, uno di quelli tanto amato dai natarulisti che rittraggono paesaggi. Il giallo del granturco si mescolava ad isole verdi, ma verdi davvero.

Macchie che parevano un prato irlandese e che, invece, erano droga. Droga coltivata in casa da vasta scala. Da chi? Stando a quanto accertato dai militari delle Fiamme Gialle tutto sarebbe riconducibile al proprietario di un agriturismo della zona, denunciato per detenzione ai fini di spaccio. Il terreno, di fatto, è nelle sue disponibilità.
A confermare la tesi ci sarebbe anche un perquisizione nell’abitazione dell’uomo: nascosti in un locale simnterrato della tenuta i finanzieri hanno trovato altri 3 etti circa di maria, nonchè un bilancino di precisione. Difficile, a questo punto, sostenere la teoria dell’uso personale: 170 chilogrammi di droga sarebbero troppi anche per una rock star dei tempi d’oro. La Finanza è approdata al compo grazie a un lavoro delicato di intelligence: da tempo circolavano voci su questa leggendaria coltivazione. A scovarla hanno contribuito i piloti della sezione area della Gdf di Venegono che, alzatisi in volo, hanno fotografato dall’alto l’intera area.
Quel campo maculato ha subito attirato l’attenzione di tutti. Le piante erano state coltivate ad isole; gruppetti di una decina di arbusti in modo da non dare troppo nell’occhio. Non solo: le piante di marijuana erano state seminate tra i filari di granturco, in modo da essere ulteriormente mimetizzate. Accortezze che non sono servite. Le foto aree hanno mostrato l’anomalia e una verifica sul campo ha fatto in modo di arrivare sino al titolare del terreno. L’intera piantagione è stata sequestrata.
Questo è l’ultimo caso di coltivazione in proprio registrato sulle sponde del lago dove il clima è particolarmente favorevole alla riuscita del progetto. Quest’anno, inoltre, il caldo umido di settembre e ottobre ha agevolato una perfetta maturazione degli arbusti.

b.melazzini

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