«Una donna grida aiuto». Giallo nel bosco a Laveno

Un sabato movimentato - Mobilitazione con elicotteri e ambulanza: ma non trovano nessuno

– «Aiuto, aiuto», grida lanciate da una voce di donna, almeno così è parsa a chi ha raccolto l’allarme, arrivate dal fitto dell’area boschiva circostante via Varese a Laveno Mombello. La macchina dei soccorsi si è immediatamente messa in moto, ma della donna nessuna traccia. E’ accaduto intorno alle 11 di ieri a Laveno Mombello, nella zona boschiva sovrastante il cimitero. Non è la prima volta che proprio da quel punto delle urla facciano partire le ricerche di eventuali feriti dispersi nella boscaglia senza che di fatto vi sia nessuno da salvare. La chiamata arrivata al 112 è stata chiarissima. Chi ha allertato i soccorsi era sincero, non si è trattato di una segnalazione anonima. Ha fornito tutte le proprie generalità e ha descritto la scena: qualcuno gridava dal mezzo del bosco chiedendo aiuto. Una voce di donna, una persona che pareva essere in difficoltà.

La mobilitazione è stata ampia. In via Varese sono arrivati i mezzi dei vigili del fuoco del distaccamento di Laveno Mombello e di Luino. Da Malpensa si è alzato in volo anche l’elicottero del corpo Drago82 per coordinare le ricerche dal cielo. Accanto ai vigili del fuoco sono intervenuti i carabinieri della stazione di Laveno Mombello e i mezzi inviati dal 118: due ambulanze e l’elisoccorso in caso la zona dove l’eventuale ferito venisse trovato non fosse stata raggiungibile dalle ambulanze. I medici avrebbero potuto raggiungere la persona da soccorrere verricellandosi. Immediatamente sono state organizzate squadre di ricerca delle quali hanno fatto parte anche alcuni volontari che conoscono la zona. L’intera area, sino ad arrivare alla parete rocciosa che la delimita sul fronte opposto a via Varese è stata interamente passata al setaccio. Palmo a palmo il bosco è stato battuto dai ricercatori.

Alle 15, dopo quattro ore di ricerche serrate, completati i controlli in tutto il perimetro la battuta è stata sospesa. Nel bosco non c’erano feriti da salvare; chi era impegnato nelle ricerche non ha di fatto più sentito nessuno gridare per chiedere aiuto. In altre due occasioni, sempre in quella zona, erano accaduti fatti analoghi. In un primo caso le grida provenivano da un gruppo di cacciatori impegnati nel richiare i cani. In un secondo caso era stata segnalata sulla parete rocciosa la presenza di una persona in difficoltà forse di un ragazzino. Ma si è trattato di un inganno dovuto all’abbagliante luce del sole.