Ricovero in Day Surgery nei prossimi giorni per che lascerà il carcere di Busto Arsizio dove è detenuto per essere sottoposto a un intervento di sostituzione di un elettrostimolatore utilizzato per curare la grave patologia che il brebbiese di 50 anni ha sviluppato nel tempo al braccio destro.
Binda, arrestato il 15 gennaio 2016 con l’accusa di aver ucciso l’ex compagna di liceo , assassinata nella notte tra il 5 e il 6 gennaio 1987 con 29 coltellate e il cui corpo fu ritrovato la mattina del 7 gennaio al limitare dei boschi del Sass Pinì a Cittiglio, aveva segnalato il problema a presidente della Corte d’Assise davanti alla quale è imputato per l’assassinio della giovane studentessa varesina.
A causa della patologia, Binda ha quasi completamente perso l’uso del braccio destro. L’elettrostimolatore ha, tra gli altri effetti, quello di calmare i dolori causati dal problema che nel corso dei mesi sono aumentati di intensità. Sì, perché gli alimentatori dell’elettrostimolatore, hanno la durata di 12 mesi. Binda è in carcere da 17 mesi: sono dunque 5 mesi che il problema è andato aumentando.
Nei prossimi giorni, probabilmente già domani, dunque Binda sarà accompagnato in ospedale dove i medici valuteranno la situazione. Binda potrebbe essere sottoposto a un intervento non invasivo che andrebbero a sanare la situazione almeno per i prossimi 12 mesi.
Il cinquantenne, che in carcere è anche tra i redattori del giornalino interno alla casa circondariale, si è sempre dichiarato innocente. Sostenendo che mentre Lidia veniva uccisa lui si trovava a Pragelato durante una vacanza sulla neve organizzata da Gioventù Studentesca. Sia Lidia che Binda, infatti, all’epoca frequentavano gli ambienti di Comunione e Liberazione. Della sofferenza del cinquantenne e “dell’ingiustizia di vedere un innocente in carcere” ha recentemente parlato il direttivo di Magre Sponde, associazione culturale che vede Binda tra i fondatori, e che in segno di sdegno davanti alla situazione ha annullato l’annuale festival estivo.