MALNATE Ascom Varese dice no all’outlet della Folla. L’idea ventilata dal sindaco Sandro Damiani di realizzare un outlet nell’area dismessa della ex Siome non piace all’associazione dei commercianti di Varese.
Lo afferma con toni pacati ma decisi il presidente Giorgio Angelucci. Il numero uno di Ascom lancia a Damiani un messaggio nel quale auspica un repentino cambio di rotta degli orientamenti malnatesi: «Caro sindaco, pensi bene a quello che sta facendo. In quell’area esiste già un’offerta piuttosto ampia». «Se deve riqualificare quella zona – aggiunge il presidente di Ascom – sarebbe meglio pensarci in modo un po’ più approfondito. Invieremo una lettera al sindaco nella quale chiederemo di organizzare un incontro per un confronto serio,
aperto e articolato». Il presidente Angelucci ha cercato di evitare la polemica fine a se stessa ma ha espresso la posizione sindacale illustrando le conseguenze negative che una struttura di quel tipo potrebbe produrre non solo sul piano commerciale ma anche su quello ambientale: «Una struttura di centro commerciale o di outlet – osserva Angelucci – in quella posizione potrebbe creare grossi danni a un contesto più generale. Potrebbe provocare una ricaduta negativa non solo per Malnate ma anche e soprattutto per il tradatese, la zona delle Valli, l’indunese e per Varese stessa».
Angelucci invita Damiani alla prudenza: «La riqualificazione della Folla – spiega – è una questione molto vecchia, affrontata qualche anno fa e poi messa da parte. Esistono problemi ambientali di carattere idrogeologico dei quali non s può non tenere conto. Senza dimenticare la viabilità. Oggi gli outlet sono equiparabili ai centri commerciali e sappiamo che necessitano di autorizzazioni regionali e al momento non c’è disponibilità ad aprire spazi commerciali di questo tipo». Il contesto nel quale verrebbe posizionato l’outlet non può essere sottovalutato: «C’è un’offerta eccessiva, vicino poi c’è anche l’Iper che ha aperto da poco una galleria di negozi di circa 10 mila metri quadrati. Creerebbe un eccesso di offerta per la stessa clientela. Ripeto, ci sarebbero conseguenze negative per il commercio della zona compreso il centro di Varese. Capisco il punto vendita da 200-250 metri quadrati ma una scelta del genere in quel punto è paradossale».
Pino Vaccaro
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