Le mamme dell’Ondoli brindano al nuovo anno «E a noi che resistiamo»

Notte di San Silvestro in presidio per le mamme combattenti di Angera

Notte di San Silvestro in presidio per le mamme combattenti di Angera: tutte insieme all’Ondoli per un brindisi.

«Non l’abbiamo chiamata festa – spiegano le mamme che da oltre un mese lottano con accanto il Comitato spontaneo permanente Ospedale di Angera che ha raccolto 13 mila firme per la riapertura del Punto Nascite e della Pediatria dell’Ondoli – perchè festeggeremo e festeggeremo tanto soltanto quando i due reparti saranno riaperti». Il presidio vede le mamme, alcune in dolce attesa altre con i figli nati in quell’ospedale al seguito, mantenere un “avamposto” di monitoraggio e di civile protesta nella Pediatria oggi chiusa.

Un presidio che vede le mamme alternarsi. «Abbiamo voluto esserci tutte – spiegano – perchè non ci sembrava giusto chi si è trovata a trascorrere la mezzanotte al presidio non fosse circondata da tutto il gruppo. Non una festa – ribadiscono le mamme – abbiamo voluto fare un brindisi. Abbiamo brindato a noi che non molliamo mai».

Il messaggio è chiarissimo, in particolare per Regione Lombardia che si è impegnata a far riaprire i due reparti ad inizio gennaio. Cioè adesso.

E non è tutto: ieri mattina Alessandra Doridoni, una delle portavoce delle mamme combattenti ha partecipato alla ormai tradizionale salita alla chiesetta di San Quirico (tradizione nata 21 anni fa da un gruppo di ciclisti angeresi trascinati dalla Bottega del Romeo e che oggi vede la partecipazione anche del gruppo Avis di Angera) per sensibilizzare tutti sulla battaglia in corso.

«Sembra incredibile ma c’è ancora qualcuno che non sa cosa è successo oppure è convinto che i reparti siano stati riaperti – spiega Doridoni – sensbilizzare tutti è importante». Le mamme combattenti, in ogni caso, hanno il sostegno di migliaia di persone. Il 7 gennaio alle 16.30 ad Angera si svolgerà una fiaccolata che partirà dal Comune e arriverà davanti all’Ondoli «per chiedere la riapertura dei reparti ingiustamente chiusi». La sensazione è che saranno in moltissimi a scendere in piazza.