– La canicola di questi giorni agostani arrovella anche gli animi. E invece dei soliti ameni discorsi da ombrellone, nella città sul Ticino si parla di immigrati. , capogruppo di Insieme per Sesto, si dice preoccupato per la capacità amministrativa della maggioranza della Lega della Libertà e per alcune dichiarazioni del sindaco , oltre che per le scelte della giunta. «Prendiamo ad esempio la chiusura dello Sportello Immigrati: era un servizio gratuito che alleggeriva il lavoro dei nostri dipendenti e non costava nulla alle casse del Comune. Di fatto oggi lo stesso lavoro sarà eseguito dagli uffici gravando sui tempi di attesa e sui costi del cittadino sestese. Una scelta insensata e strumentale. Si parla di profughi per non parlare di altri problemi».
Mazzoccato ricorda che l’elezione della giunta Colombo sette anni fa fu attribuibile proprio a una protesta popolare contro la realizzazione della moschea a Sesto. Un voto basato sulla paura. «Oggi però questa maggioranza non sa far altro che parlare di profughi e immigrazione». Per Mazzoccato i veri problemi sarebbero altri: i tagli al bilancio per il sociale, la viabilità, i parcheggi, le scuole, il depuratore al collasso e le fognature. Anche il Comitato Pace e Convivenza di Sesto Calende da man forte alle posizioni di Mazzoccato e con una lettera aperta ai cittadini scrive: «Nelle
ultime settimane abbiamo ascoltato in consiglio comunale dichiarazioni del primo cittadino che ci inquietano e ci deludono. La questione migranti è uno dei fenomeni sociali del nostro tempo, non è la causa di tutte le crisi in atto. Chi invece la mette al primo posto inganna e sfrutta i più deboli, forse per altri scopi: facile consenso? Voti basati su paure e pregiudizi?». Il discorso cade sui musulmani. «La sicurezza non si costruisce gettando sospetto e discredito. Noi cittadini abbiamo forse paura ad andare nella vicina Castelletto perché lì c’è il Centro Culturale Islamico? Ci sembra ben più pericoloso criminalizzare indiscriminatamente, negare diritti legittimi, non accogliere profughi in percentuale con la popolazione residente e quindi alzare muri, scavare distanze, creare tensioni, frustrazioni, rabbie e alimentare l’infausto scontro di civiltà. Preferiamo costruire occasioni d’incontro».