Sanzioni per chi non accetta i pagamenti elettronici con il Pos: sia i commercianti che i consumatori bocciano la nuova trovata del governo. Per Confcommercio occorre «ridurre le commissioni applicate dalle banche, che per i piccoli importi spesso si “mangiano” il margine degli imprenditori». Per Federconsumatori il rischio è che «poi gli esercenti finiscano per scaricare i costi delle commissioni bancarie sui prezzi dei prodotti».
L’annunciato giro di vite del governo sui pagamenti elettronici suscita molte perplessità anche sul nostro territorio. È stato il viceministro dell’economia, il legnanese , a rivelare che da settembre entreranno in vigore «sanzioni da 30 euro per ciascuna violazione» per i professionisti (escluse alcune categorie) e gli esercenti che non accetteranno pagamenti con bancomat o carta di credito per tutte le transazioni superiori ai cinque euro. Obbligo introdotto con la legge di stabilità 2016, anche se non era ancora stata prevista alcuna sanzione. Il viceministro ha promesso un confronto con le banche per ridurre i costi delle commissioni e la possibilità di sgravi fiscali per i contribuenti che utilizzano i metodi di pagamento elettronici, ma tra le categorie del commercio prevale lo scetticismo.
Anche perché, come ieri hanno fatto notare le associazioni di categoria Confesercenti e Confcommercio, la crescita dei sistemi di pagamento elettronico in Italia è già una costante: nel 2016 si sono contati 235mila Pos in più rispetto al 2016 (+12%) e quasi 800mila (+58%) rispetto al 2011, arrivando a sfondare i due milioni di dispositivi attivati.
Più del milione e mezzo di Pos presenti in Francia e del milione e 200mila in Germania. Così per l’editorialista de “Il Giornale” «l’obbligo del bancomat diventerà l’ennesima tassa italiana. E sarà una imposta regressiva: tanto più pesante, quanto più basso sarà il fatturato». Da parte sua Confcommercio, la principale associazione di categoria che a Varese è presieduta da , sostiene che «la modernizzazione del sistema dei pagamenti del nostro Paese passa anche da una maggiore diffusione della moneta elettronica che non si raggiunge certamente con il sistema sanzionatorio. Occorre agire sulla riduzione delle commissioni applicate dalle banche alle imprese che restano ancora troppo elevate e che, nel caso di pagamenti di piccoli importi, assorbono molto spesso i margini di profitto degli imprenditori».
Per Confcommercio infatti «i costi incidono ancora in misura eccessiva sia sull’installazione e la gestione dei Pos che, soprattutto, sul denaro che transita». Ma non sono solo le categorie dei commercianti a guardare “storto” le nuove sanzioni per chi non accetta i pagamenti con il Pos. Per il presidente della Federconsumatori di Varese, , il provvedimento «non è positivo, per come l’ho letto, né per i consumatori né per gli esercenti, perché non si può pretendere di imporre il costo oneroso delle transazioni con il Pos senza intervenire con un tetto di spesa al riparo dalle commissioni delle banche».
De Lorenzo intravede tre motivi per cui bocciare la misura del governo: «Per prima cosa, è negativa per l’esercente, che si troverà un aggravio di costi a suo carico. In secondo luogo, finirà per essere negativa anche per il consumatore, perché per compensare l’aumento dei costi delle commissioni sui Pos gli esercenti aumenteranno i prezzi dei loro prodotti. Infine, ed è il terzo motivo, sembra essere soprattutto un grosso favore alle banche».