Ancora sconfitta sul campo, in preda a ingarbugliati problemi psicologici prima che tecnici, pesantemente contestata dai suoi tifosi più accessi: l’inferno del basket è biancorosso. E alle porte dell’Ade questa sera busserà il Ventspils: occasione di riscatto o viaggio ancora più profondo nelle tenebre?
Prima di rispondere occorre fare un passo indietro all’insuccesso contro la Vanoli e al suo movimentato post-partita. Nel quale – sull’asse Cremona-Varese – si è manifestato tutto il dissenso degli Arditi contro squadra e società. Gli ultras in trasferta, dopo i cori di marcata disapprovazione intonati al termine dei quaranta minuti, hanno aspettato il pullman biancorosso al casello autostradale della città del violino: in quella sede non è avvenuto alcun contatto tra giocatori e tifosi, i quali hanno però avuto modo di prendere a male parole il presidente di Varese nel Cuore Alberto Castelli, che seguiva con la sua automobile privata.
La contestazione verbalmente più feroce, tuttavia, si è avuta qualche ora più tardi alla Schiranna, dove risiedono Maynor e sodali e dove normalmente iniziano e si concludono i viaggi del gruppo. Una quarantina di supporter – alla presenza delle forze dell’ordine – ha circondato il pullman, che a fatica è riuscito ad entrare all’interno del cortile del complesso immobiliare. La maggior parte degli atleti ha raggiunto subito le proprie abitazioni, pur coperta da pesanti insulti e visibilmente colpita dalla situazione (soprattutto i giocatori americani: ora c’è il timore che qualcuno chieda di essere ceduto): Daniele Cavaliero e Claudio Coldebella, invece, hanno avuto un duro confronto diretto con gli ultras, pur non sfociato in alcun tipo di violenza fisica.
Un’altra contestazione si annuncia per la gara odierna (palla a due alle 20.30), nella quale Attilio Caja dovrà cercare di raccogliere i cocci post 19° sconfitta stagionale per imbastire una reazione. Il coach pavese, oggettivamente l’unico incolpevole del gramo status quo, ha cercato di strigliare i suoi, sia a Cremona negli spogliatoi, sia ieri agli allenamenti di Masnago, sessione che è stata preceduta da una lunghissima seduta video in cui l’allenatore ha mostrato ai suoi tutti gli errori commessi contro la formazione di Lepore. Il canovaccio delle reprimende di Caja cerca e cercherà di colpire il bersaglio più importante: tutti sono responsabili della crisi e nessuno (né italiano, né straniero) può salvare se stesso senza pensare al collettivo. Nessuno. Non esiste miglioramento tecnico senza una squadra che lo metta in pratica: una squadra che, in quattro mesi, non è mai nata sotto le volte del PalA2A.
La Champions e i lettoni di turno (senza più Kuksiks, liberato a dicembre) sembrano quasi un impiccio nel difficile cammino di redenzione, con i playoff di coppa ormai praticamente sfumati e l’unico obiettivo concreto che risiede in quel sesto (ma potrà valere anche il settimo) posto che regalerebbe l’accesso alla Fiba Europe Cup. E un’altra sconfitta (contro avversari valenti: all’andata fu -25) non farebbe altro che aggravare le sere nere di Cavaliero & company.