Un’altra vittoria contro l’Arconatese, la tredicesima consecutiva, e la necessità ora di guardare al futuro. L’orizzonte per il Varese è abbastanza chiaro, bisogna già lavorare per la Serie D. I margini di manovra sono ampi, il tempo è tanto: si possono e si devono fare grandi cose. Questi ultimi impegni di Eccellenza devono essere il trampolino di lancio verso la nuova stagione. E del futuro parliamo con Nicolò Ramella, responsabile dello sport a Rete 55, partendo però dai colpi di coda di questo campionato.
Da un lato c’è la possibilità di fare qualcosa di grande che rimanga sempre nella storia e dall’altro la necessità di provare qualcosa di nuovo. A mio parere, si possono fare entrambe le cose allo stesso tempo, soprattutto adesso che il Varese ha stravinto il campionato e che Marrazzo ha tagliato quota trenta gol. Il mister ci tiene parecchio a battere il record di punti.
Partendo dal presupposto che nel calcio il 100% non esiste più, io mi sbilancio e dico che al 99% il bomber sarà qui anche l’anno prossimo. Il rapporto che si è creato con i tifosi e con la piazza è unico, straordinario, perciò non penso abbia intenzione di andare via.
Io sono contrario alle rivoluzioni, soprattutto dal momento che si è creata una chimica unica e magica e si è ritrovato quell’entusiasmo che mancava da tempo. È vero anche che ci vorranno, a mio parere, nove o dieci acquisti mirati per puntare a vincere anche la Serie D. Ed in questi acquisti comprendo anche i giovani, che in Serie D non vanno assolutamente sbagliati. Il margine di errore è risicato perché le regole cambiano. Il Varese non può non fare un campionato per vincere, senza denigrare credo che questa squadra possa già essere da playoff nel girone A di Serie D.
Zazzi e Lercara sono due ragazzi intelligenti, fanno ancora parte della categoria giovani ma sono già veterani perché hanno alle spalle un campionato da titolari nel Varese. Hanno qualità che difficilmente si ritrovano in altri giovani in Serie D, e hanno legato a doppia mandata il loro futuro al Varese. Credo rimangano, per loro sarà la prova del nove.
Sempre per il discorso di essere contrario alle rivoluzioni, per me Melosi deve restare, non è in discussione. Ricordiamoci dove eravamo quest’estate e dove siamo ora, Melosi ha costruito dal nulla. Ha avuto in mano una squadra forte, ma vincere non è mai scontato, mai. Melosi ha grandi meriti e conosce molto bene la prossima categoria.
Vavassori è l’imprenditore di una volta con idee moderne, fate voi i conti. Per me è il personaggio giusto al momento giusto in ogni società. Io sarei favorevole ad un suo ingresso e so che un contatto c’è stato. La società attuale è talmente intelligente che ha capito che quello del Varese deve essere un progetto futuribile, per non commettere gli errori del Varese 1910. Sono favorevole a Vavassori ma anche all’eventuale investimento maggiore di due o tre imprenditori già impegnati nel Varese, sempre che ci sia l’idea di un progetto. La società sta facendo più del massimo e ha comunque bisogno di aiuto per il futuro, e lo sa benissimo. Vavassori sarebbe l’uomo giusto, perché sa lavorare con i giovani e a Varese troverebbe un bellissimo lavoro da fare. Lui e Ferrara costituiscono una coppia di alta competenza ed è garanzia di successo.
Non voglio parlare di supermercato ora, preferisco tastare con mano realmente quello che sarà il nuovo Franco Ossola prima di parlarne. Il progetto è già stato svelato, però sarebbe meglio sistemare prima ogni cosa in società prima di investire tutte le forze sulla questione stadio.
Non credo: se penso alla grande cavalcata arrivata ad un passo dalla Serie A, dico ben venga l’entusiasmo. Quello di tutti i giorni. Però sono d’accordo con Ciavarrella: piedi per terra, mai fare il passo più lungo della gamba. Solo così il Varese può tornare grande. Per questo dico: va bene la gioia, l’entusiasmo e tutto quanto, ma ora si inizi a lavorare sulla prossima stagione.