Circa 160 persone solo ieri mattina, dalle 8:30 fino a mezzogiorno inoltrato, 1.903 dall’11 settembre ad oggi: è il popolo della Tasi, in marcia verso l’ex palazzina della cultura dei Giardini Estensi per chiedere informazioni e conteggi.
All’approssimarsi della scadenza per la prima rata – prevista per il 16 ottobre – in via Sacco si manifestano code ed attese cospicue, nonostante la buona volontà di Palazzo Estense nel cercare di agevolare i contribuenti nell’adempimento dell’imposta.
È un po’ una psicosi quella che prende il cittadino al momento di versare il simbolo della propria partecipazione alla “res publica”, resa ancor più accentuata dall’ignoto della novità: la Tasi è infatti la terza parte della nuova “Imposta unica comunale” (Iuc), introdotta a decorrere dal 2014.
Si tratta di un tributo per i servizi indivisibili, quelli rivolti in modo omogeneo a tutta la collettività: polizia locale, protezione civile, viabilità, manutenzione del verde pubblico, tutela dell’ambiente e del territorio, servizi socio assistenziali, cimiteriali e relativi al patrimonio artistico culturale.
Recentemente, il sindaco di Varese aveva inquadrato l’imposizione come «una naturale conseguenza dei tagli alle risorse degli Enti locali praticati negli ultimi anni: l’incremento delle aliquote copre solo in parte il venir meno delle risorse statali».
L’amministrazione della città giardino si è resa disponibile a un accorgimento a favore dei cittadini che trova pochi altri esempi: il modulo f24, necessario al pagamento della Tasi, viene spedito già compilato nelle case dei varesini per le due rate del 16 ottobre e del 16 dicembre. Sono 28.630 le cartelle pervenute, o in viaggio, verso i proprietari di prime case. A questo si aggiunga il servizio di conteggio effettuato gratuitamente presso gli uffici dell’ex palazzina della Cultura, dove ieri mattina risultavano aperti sette sportelli.
Tutto ciò è stato studiato per limitare al minimo i disagi dei contribuenti, ma non ha evitato del tutto code ed alcune lamentele, in particolare per gli orari – a giudizio di molti – troppo ridotti. È anche la tecnicità dell’imposta a causare problemi: nel caso di immobile occupato da un soggetto diverso dal proprietario, l’adempimento è per il 70% a carico di chi detiene il diritto reale e per il 30% a carico dell’altro soggetto del rapporto, l’inquilino.
Questo meccanismo crea l’esigenza di raggiungere gli sportelli per il conteggio della parte dovuta da chi, non essendo proprietario, non ha ricevuto alcun f24.
Se poi si aggiungono eventuali errori o dubbi, ecco spiegato il grande afflusso di persone di questi giorni.
Dal 9 settembre è stato pubblicato sul sito del Comune (www.comune.varese.it) un documento, a firma dell’assessore al Bilancio , che rappresenta una sorta di vademecum.
In esso – regolarmente scaricabile – sono annotate le aliquote e le possibilità di esenzione o riduzione deliberate in seno al Consiglio Comunale: tra queste si ricorda una riduzione del 30% per le seconde case non stabilmente attive, gli alloggi tenuti a disposizione degli italiani residenti all’estero e le unità appartenenti ad anziani e disabili che acquisiscano la residenza in casa di riposo o di cura, a condizione che non siano locate a terzi.
© riproduzione riservata