Pedaggio sulla Pedemontana varesina? «Rischia di essere un flop. E uno spreco di soldi pubblici». Ma è polemica politica.
La comparsa dei cartelli di “autostrada a pedaggio” nel cantiere tra Gazzada e Lozza in cui si stanno ultimando i lavori per il “ramo varesino” di Pedemontana, riaccende le preoccupazioni e le polemiche. Anche perché poche settimane fa il Pirellone si era espresso in modo molto chiaro per la sospensione del pedaggio sulle Tangenziali di Varese e Como, per tutto il 2015.
Il sindaco del capoluogo Attilio Fontana è chiaro: «La Tangenziale di Varese non deve essere a pagamento, lo diciamo da sempre, altrimenti il rischio è che rimanga inutilizzata, vanificando un investimento, anche pubblico, così importante».
Il ragionamento del primo cittadino è molto semplice: «Per un tratto così breve, di appena quattro chilometri, prevedere un pedaggio non ha alcun senso, perché alla maggior parte degli automobilisti risulterà conveniente continuare a percorrere la strada normale – spiega Fontana – non sarebbe neanche giusto, visto che a Roma il Grande Raccordo Anulare, che è un po’ più lungo del nostro primo lotto di Tangenziale, continua ad essere gratuito e finanziato dai contribuenti».
«D’altra parte, se l’equilibrio economico/finanziario di Pedemontana dipende dai 60 centesimi di pedaggio sulla Tangenziale di Varese, forse non sono stati fatti bene i conti».
La società Pedemontana infatti sostiene da sempre che il pedaggio è previsto nella concessione, come forma di finanziamento dei lotti successivi dell’opera, che per Expo arriverà solo fino a Lentate sul Seveso, mentre dovrà raggiungere Dalmine.
Così Fontana chiama in causa il governo, che dovrebbe assicurare la gratuità dell’infrastruttura.
Il segretario provinciale leghista Matteo Bianchi va oltre e preannuncia uno “sciopero” del pedaggio, se questo dovesse essere effettivamente introdotto: «Io non faccio neanche un chilometro con il casello e così succederà per la stragrande maggioranza delle persone».
L’effetto “Brebemi” – la nuova direttissima Milano-Brescia snobbata in quanto costa circa il doppio della “vecchia” e intasata A4 – potrebbe peraltro colpire anche la Pedemontana vera e propria, quella tra Busto e Dalmine. Del resto le prime tratte, se costeranno il doppio della A8 e della A4, non sembrano essere così competitive da giustificare il prezzo del biglietto.
Le levate di scudi leghiste però stimolano la polemica politica. Alessandro Alfieri (Pd) ricorda che «il Governo ha fatto la sua parte su Pedemontana (con la defiscalizzazione approvata dal Cipe, una grossa boccata d’ossigeno per il piano finanziario dell’opera, ndr), ora tocca alla Regione».
E il Pd varesino, per voce dell’attuale capogruppo in Consiglio comunale Fabrizio Mirabelli ricorda che «nel 2009, mentre la Regione Lombardia guidata da Formigoni, tramite l’assessore Raffaele Cattaneo, spergiurava che per Pedemontana non era previsto alcun pedaggio, fummo gli unici a denunciare pubblicamente che c’era il rischio concreto che venisse chiesto un esborso da parte degli utenti. Puntualmente confermato dall’allora ad Fabio Terragni, nonostante le promesse dei leghisti che non ci sarebbero state tariffe a carico dei varesini».
Per la serie, aggiunge Mirabelli che aveva anche provocatoriamente consegnato un cesto di monetine da un centesimo al sindaco Fontana per chiedere di evitare il pedaggio sulla Tangenziale, “sarà ul stabiell dopu che l’à scapà ul purcell”. Ovvero, «dovevate muovervi prima».
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