Una coppia di amici, in apparenza, in partenza per Londra. In realtà uno dei due era un “passatore” che cercava di far arrivare un cliente pagante in Inghilterra. Peccato che i documenti del più giovane dei due fossero contraffatti. Non è la trama di un film ma quanto è accaduto domenica sera al Terminal 2 dell’aeroporto di Malpensa.
I due uomini, un 48enne e un giovane di 24 anni, con il loro atteggiamento durante i controlli hanno insospettito gli agenti della polizia di frontiera, in particolare perché il quarantottenne insisteva nel rispondere alle domande di rito al posto ventiquattrenne. Un fatto decisamente anomalo almeno che non ci sia qualcosa da nascondere. Gli agenti si sono subito insospettiti decidendo di verificare accuratamente la situazione.
In seguito a un controllo approfondito sui documenti è emerso che mentre la carta d’identità del 48enne era autentica, quella del 24enne era stata contraffatta. Il ragazzo non era infatti italiano, come dichiarato sul falso documento, bensì albanese, in transito sul nostro territorio e intenzionato a raggiungere il Regno Unito per motivi di lavoro, pur sprovvisto di regolare visto d’ingresso.
Gli uomini sono stati arrestati entrambi in flagranza di reato. Il primo è stato accusato di favoreggiamento dell’emigrazione clandestina e trasportato nel carcere di Busto Arsizio, mentre il secondo, fermato con l’accusa di possesso di documento valido per l’espatrio falso è stato immediatamente rilasciato, su disposizione del pubblico ministero di turno, perché incensurato.
Al vaglio degli inquirenti l’ipotesi che dietro a questo episodio possa nascondersi un’organizzazione dedita al favoreggiamento dell’emigrazione clandestina. Il fenomeno è noto e purtroppo in costante aumento. In particolare con i flussi dei migranti che cercano di raggiungere i Paesi del nord Europa gli episodi registrati in provincia di Varese sono aumentati. Malpensa, ovviamente, rappresenta il massimo snodo: i controlli, come dimostra quest’episodio, sono serratissimi. Altri casi sono stati registrati nel nord della provincia con i passatori fermati mentre, con bus o treni, cercavano di traghettare clandestini oltre il confine svizzero.