– Verrà giudicato con il rito abbreviato semplice, il muratore di 43 anni di Gerenzano accusato dell’omicidio della moglie, 39 anni, uccisa a coltellate. Un delitto efferato che si è consumato esattamente un anno fa: era, infatti, il 12 aprile del 2015 quando il coniuge, secondo la ricostruzione investigativa, la ferì a morte con un coltello. Il marito probabilmente non aveva accettato l’idea che la loro relazione fosse finita.
Quella domenica mattina Francesca Le Pera era andata a casa – una corte in via Quarto Dei Mille a Gerenzano – per recuperare alcuni accessori personali. Si innescò probabilmente una discussione che degenerò. Per la donna non ci fu nulla da fare. Il marito tentò di suicidarsi, ma i medici gli salvarono la vita. In casa c’era la figlia quindicenne che per prima vide il corpo senza vita della mamma. Una storia terribile che ieri mattina è
finita in tribunale a Busto Arsizio.
Era presente anche l’imputato Angelo Barberio che da dietro le sbarre della gabbia di sicurezza, testa china, ha ascoltato le prime fasi del dibattimento. Il tribunale ha rigettato l’istanza della difesa che aveva chiesto di poter procedere con giudizio abbreviato condizionato alla somministrazione della perizia psichiatrica dell’imputato per valutarne la capacità di stare in giudizio e la capacità di intendere e volere al momento del fatto. La seconda condizione posta dalla difesa è stata quella di poter ascoltare in dibattimento i due figli per definire il rapporto che intercorreva tra i due genitori.
La Procura di Busto Arsizio, rappresentata dal Pm , appoggiato dalla parte civile (avvocato ), ha chiesto che l’istanza fosse rigettata per l’assenza di elementi che potessero in qualche modo presupporre un quadro psicofisico di particolare disagio dell’imputato. «E’ stata acquisita la cartella clinica – dice il pm – sono stati svolti anche accertamenti sull’uso di sostanze che potessero condizionare la psiche dell’imputato e l’esito è stato negativo. Non c’è nessuna ragione, nessuna documentazione, che fa riferimento alle capacità cliniche espresse dalla difesa. E’ un’istanza che non può essere accolta».
Dello stesso parere è stato anche l’avvocato Pignataro: «La consapevolezza – dice il legale di parte civile – di quello che ha fatto si evince dalle intercettazioni in carcere che ne testimoniano la lucidità. Non ci sono elementi che presuppongono alla richiesta di una perizia». Il tribunale ha accolto le osservazioni della Procura e della parte civile, rigettando l’istanza di procedere al rito condizionato. Barberio sarà giudicato con il rito abbreviato, ma senza le due condizioni poste dalla difesa.