«Io come l’ex sindaco Sandy Ho lasciato la Lega per dignità»

Lega, addio. La provincia di Varese sembra stia vivendo una sorta di seconda diaspora nelle file del Carroccio.

E, seppur nei numeri il fenomeno sia limitato, il partito sta perdendo numerose figure chiave che hanno rappresentato la storia del movimento.

Soprattutto la storia recente e più “cruenta”, quella della battaglia per il cambiamento che ebbe luogo nel 2012, lo scontro tra maroniani e bossiani.

Finito l’entusiasmo “rivoluzionario”, i “duri e puri” si sono ritrovati a misurarsi con i compromessi della realpolitik, cui anche la Legaè sensibile.

E di conseguenza gli animi più “ribelli” hanno deciso di seguire un’altra strada. Dopo la fuoriuscita dell’ex sindaco di Viggiù , che ha avuto grande risonanza soprattutto per la fama che s’era costruita a livello nazionale, emergono anche altri casi più locali.

Come quello di , storica segretaria leghista di Olgiate Olona e tra i primi a entrare nelle fila dei Barbari Sognanti. Cantù era stata sottoposta ad un provvedimento disciplinare da parte della segreteria provinciale. Ma, come spiega lei stessa, scegliere di andarsene era stata una sua decisione. «Alle ultime amministrative a Olgiate – racconta Cantù – i vertici ci avevano imposto di andare in alleanza con Ncd e Fratelli d’Italia. Ovvero con le stesse persone contro le quali ero stata in opposizione negli ultimi dieci anni in consiglio comunale. Sarebbe stato incoerente e io insieme ad altri militanti ci siamo rifiutati».

La conseguenza? Cantù e altri leghisti hanno corso con una civica, la Lega con il suo simbolo ha fatto un’alleanza, ma sono stati i primi ad ottenere il risultato migliore. «Questo ha dimostrato un fatto che deve essere tenuto in conto: sono le persone che portano i voti alla Lega, e non viceversa». A seguito di questa decisione, Giorgia Cantù era stata sottoposta a richiesta di espulsione. Ma la diretta interessata non ha aspettato di essere “cacciata”.

E con una lettera nei mesi scorsi ha presentato le proprie dimissioni. «La mia storia è semplicemente quella di una leghista vera che non si è mai piegata ai capi, capetti e capoccioni – si legge nel documento – che in questi mesi hanno agito solo per acquisire potere sul territorio e che ha sempre difeso il movimento anche di fronte all’indifendibile».

E quindi una critica dura nei confronti del “poltronismo” nel partito. «Facile prendere consensi da quelli di “Prima il Nord” che non conoscono il passato del movimento e ancor più facile prendere consensi da quelli che hanno posti nei cda e agiscono solo per nome e per conto della “cadrega”».

«I veri leghisti sono fuori e io con orgoglio da oggi mi unisco a loro. La mia dignità e i miei valori valgono più di una tessera che ormai non rappresenta più la Lega Nord per l’indipendenza della Padania».

Quindi un richiamo a : «Lo ringrazio per avermi regalato un sogno che rimarrà sempre nel mio cuore».

«Chiedo scusa a Umberto Bossi e a tutti coloro a cui ho mancato di rispetto solo per essermi fatta trascinare dalle menzogne che mi sono state raccontate da coloro che oggi mi pugnalano alle spalle. Lo scopo ora è chiaro e riconducibile a una sola parola: il potere». La rivoluzione maroniana è stata sconfitta?

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