Dal 2008, anno di inizio della crisi economica, le banche hanno lentamente chiuso i rubinetti del credito e si sono fatte sempre più prudenti. Lo dice la Banca d’Italia nel suo bollettino del mese di giugno 2014 su “L’economia in Lombardia”: nel 2013 i finanziamenti alle imprese sono calati del 6,7%, dato che trova riscontro anche nell’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese. Inoltre, i criteri per la concessione del credito sono sempre più restrittivi e peggiorano i rating finanziari delle imprese.
Cosa sta accadendo, davvero, tra imprese e banche? Confartigianato Varese tenta di dare una risposta con l’inchiesta a puntate (un vero e proprio work in progress) dal titolo “Il credito (im)possibile”:
Dagli istituti di credito più grossi alle banche locali per “vocazione” o per “missione”: da un lato Luca Barni (direttore della BCC di Busto Garolfo e Buguggiate) e dall’altro Flavio Debellini (direttore territoriale di UBI Banca). La liquidità c’è, ma gli impieghi maggiori vanno alle famiglie, le imprese “premiate” saranno quelle che dimostrano progettualità, business plan fattibili, propensione all’export. Serve un tavolo di coordinamento territoriale che metta d’accordo imprese, banche, associazioni di categoria.
La voce delle imprese è sempre al centro, forte e chiara: un’azienda tessile (di Luisella Battistella) chiede finanziamenti per liquidità (“le banche chiedono sempre un mucchio di garanzie e i soldi vorrebbero darmeli solo per investimenti: l’acquisto di un nuovo furgone o di nuove macchine”), mentre la Policart è riuscita a portare le banche in azienda: “Abbiamo spiegato loro cosa avevamo in testa, in quali tempi e con quali risultati: oggi siamo considerati una best-practice anche dagli istituti di credito”.
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