BUSTO ARSIZIO Per il grande pubblico è “il chitarrista di Vasco Rossi”.
Ma la definizione è riduttiva, perché Maurizio Solieri è uno dei migliori chitarristi d’Europa. Uno che, nella sua ultratrentennale carriera, non ha “solo” suonato con Vasco, ma ha scritto, composto e prodotto, per se stesso e per altri artisti (ultimi in ordine di tempo, Skin e Dolcenera). Giovedì sera Solieri ha presentato in Comunità Giovanile a Busto la sua autobiografia “Questa sera Rock’n’Roll
– La mia vita tra un assolo e un sogno”, da poco uscita per Rizzoli.
Solieri, era già stato a Busto in passato?
Più di una volta. Ricordo un concerto con Vasco Rossi nel 1982, alla Colonia Elioterapica. Poi sono tornato con la Steve Rogers Band.
I lettori cosa troveranno nel suo libro?
Con Massimo Poggini abbiamo ripercorso le tappe della mia vita e della mia storia artistica. Ci sono tutti gli episodi fondamentali, belli e meno belli, e molti aneddoti. Certo, ne potrei raccontare altri, ma chissà, magari ci sarà un seguito.
Non le pesa essere identificato solo come “il chitarrista di Vasco”?
Non mi pesa perché in fondo la storia di Vasco è la mia storia. Abbiamo iniziato insieme a suonare, nel 1977, e tuttora faccio parte della sua band, malgrado in passato non sia mancato qualche attrito. Quello che invece mi dà fastidio è l’atteggiamento di molti gestori di locali, che pretendono che io faccia l’ospite di dilettantistiche cover band di Vasco. Questo è assurdo. Fatto sta che oggi proporre buona musica dal vivo è sempre più difficile.
Anche per un grosso nome come lei?
Al giorno d’oggi, o fai parte del giro alternativo, quello dei centri sociali, o fai cover. Chi fa buona musica originale fa fatica: a chi gestisce i locali la qualità della musica interessa poco. Contano solo gli incassi e quelli puoi farli facilmente con una cover band di gente che imita Vasco o altri nomi noti. In un certo senso, posso dire che la mia gavetta non è ancora finita, perché quando scendo dal palco dei concerti di Vasco, i miei spazi me li devo conquistare.
Come solista che musica propone?
Il genere che amo e che suono è un hard rock classico, con venature blues. Le mie ispirazioni vengono dai classici: Rolling Stones, Beatles, Dire Straits.
Si discute molto del “presenzialismo” di Vasco su Facebook. Lei che ne pensa?
Personalmente sono un nemico giurato di Facebook. Per quanto riguarda Vasco, capisco la sua voglia di comunicare, tanto più in un momento in cui non stava bene.
Francesco Inguscio
j.bianchi
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