Virgo Fidelis all’Eremo L’orgoglio dei carabinieri

LEGGIUNO Ai colleghi caduti, alle famiglie che hanno perso dei cari e agli orfani che troppo presto hanno dovuto fare i conti con la perdita di un padre. Si è tenuta ieri mattina all’Eremo di Santa Caterina del Sasso a Leggiuno la celebrazione della Virgo Fidelis dei carabinieri di Varese. La tradizionale festa della Patrona dell’Arma è stato un toccante tributo ai carabinieri che non ci sono più, avendo sacrificato la propria vita per il bene comune.

È stato anche un momento di grande gratitudine verso le famiglie che hanno dovuto subire dolorosissime perdite. Il pensiero più emozionante è andato agli orfani dell’Arma.
All’Eremo di Leggiuno erano presenti il colonnello Vincenzo De Marco, comandante provinciale di Varese, le più alte cariche istituzionali del territorio, i comandanti di Compagnia, oltre a rappresentanti dell’amministrazione provinciale. Ha celebrato don Roberto Comolli, priore e custode dell’Eremo di Santa Caterina: «Maria – dice il sacerdote – ascolti le nostre invocazioni, ci faccia sentire la sua vicinanza. Che si manifesti la volontà di essere artefici della costruzione della città di Dio, conciliabile con l’opera dell’uomo». Il colonnello De Marco ha ricordato il tributo di sangue lasciato sul campo dai carabinieri in tanti anni di storia. Il comandante provinciale ha inoltre rinnovato il ricordo dell’epica battaglia di Culquaber in Etiopia dove il 21 novembre del 1941 un battaglione dell’Arma si batté con disperato valore contro gli inglesi e i patrioti etiopi, nell’estrema resistenza delle armi italiane nel Corno d’Africa: «Una delle pagine più gloriose – dice De Marco – dell’Arma. Sono passati molti anni ma il ricordo non deve sbiadirsi, ma anzi deve essere portato ad esempio per le giovani generazioni. Nella giornata di oggi – aggiunge – vogliamo rivolgere un pensiero agli orfani delle vittime dell’Arma. Spesso molti ragazzi in tenera età si vedono sfuggire l’affetto più caro. Vogliamo ricordare con gratitudine le vedove e i nostri fratelli che hanno versato il sangue per difendere un principio. Con altrettanta intensità voglio ricordare le famiglie dei nostri militari che sono caduti in servizio».
Un tributo di sangue di cui la provincia di Varese non è estranea: dal brigadiere Giorgio Illuminoso morto il 5 febbraio del 2009 dopo essere stato travolto da un tossicodipendente a un posto di blocco a Origgio, Roberto Ticli morto il 2 ottobre del 1990 a Porto Ceresio in seguito a conflitto a fuoco, Giorgio Vanoli il 6 giugno 1993 dopo un inseguimento e Daniele Fedeli il 7 dicembre del 1983 dopo una colluttazione con dei pregiudicati.

b.melazzini

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