Saronno, vendita dell’Anovo Sindacati contro lo spezzatino

Saronno – «Non permetteremo che si faccia di Anovo Italia uno spezzatino»: è la forte presa di posizione dei sindacati Fim Cisl, Fiom Cgil e le Rsu aziendali che arriva al termine dell’ultima assemblea tra i 253 lavoratori dell’azienda di via Banfi i cui libri contabili potranno essere presto portati in tribunale. La crisi dell’Anovo è scoppiata lunedì scorso quando i vertici della società hanno annunciato ai lavoratori l’imminente fallimento dell’azienda che rigenera e ripara decoder per Sky e monitor per Hp. A causare il tracollo, è stata l’inesigibilità di un maxi credito, di diversi milioni di euro, che la sede saronnese ha nei confronti della casa madre Anovo Sa.

La capogruppo, una società francese, è in amministrazione controllata dal luglio scorso e il fondo che l’ha rilevata, ha rinunciato ad Anovo Italia rendendo irrecuperabile il credito. Un problema finanziario gravissimo, la società è praticamente senza capitale sociale, che minaccia di chiusura un’azienda che in realtà, nonostante un calo delle commesse, potrebbe continuare la propria attività con discreti margini. L’unica speranza per i 253 lavoratori è la rilevazione dell’azienda da parte di una nuova proprietà: una possibilità

non remota visto che ci sarebbe un acquirente italiano ed uno inglese. Proprio di questa ipotesi si è parlato martedì scorso al ministero dello Sviluppo e giovedì nell’incontro organizzato in municipio dal sindaco Luciano Porro. Sull’operazione di salvataggio i lavoratori hanno le idee ben chiare: «L’azienda – spiegano in una nota congiunta Giovanni Tonelli della Fiom Cgil, Valentino Ceriani della Fim Cisl e Giovanni Pradi dell’Rsu – in questi anni è sempre stata competitiva e il suo organico è congruo per continuare l’attività con l’efficienza sempre dimostrata. Per questo non permetteremo che si faccia di Anovo Italia uno spezzatino anche perché, visto che si andrà al fallimento, il possibile acquirente si troverà una ditta meno cara rispetto ad una condizione normale».

Insomma una presa di posizione molto forte voluta alla luce dell’accelerazione delle trattative in cui i sindacati vogliono essere parte attiva: «Non permetteremo di escluderci dalla trattativa: chi acquisirà Anovo Italia dovrà discutere con le associazioni di categoria il piano industriale che dovrà puntare al rilancio dell’azienda e contemplare il mantenimento dell’unità produttiva e dei posti di lavoro». Per il momento i dipendenti continuano a portare avanti l’attività produttiva «anche per non perdere gli ammortizzatori sociali e per non bloccare l’azienda». È già stata fissata una nuova riunione per venerdì 2 dicembre nella speranza che, nel frattempo, la situazione si chiarisca. L’obiettivo dei vertici aziendali è quello di arrivare ad un fallimento in continuità siglando un accordo con gli acquirenti prima di portare i libri in tribunale.

p.rossetti

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