Roma, 11 dic. (TMNews) – Tra questa sera e domani si dovrà stringere il cerchio sulla manovra. La carne al fuoco è molta, con modifiche richieste dai partiti che si aggirano attorno a 4-5 miliardi di euro, ma con margini strettissimi da parte del governo che non vuole mettere a rischio la credibilità del decreto soprannominato dal premier Mario Monti ‘Salva-Italia’. E questa sera ci sarà anche l’incontro a Palazzo Chigi tra l’esecutivo e Cgil, Cisl, Uil e Ugl che per domani hanno indetto uno sciopero generale proprio contro la manovra.
Ieri il lavoro delle commissioni Bilancio e Finanze della Camera, che si riunisce di nuovo questa sera, è proseguito con lentezza in attesa dell’esito dell’incontro che si teneva sempre a Montecitorio tra il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, e i partiti che sostengono l’esecutivo. L’unico punto fermo però al momento è il cahier de doléance avanzato da Pdl, Pd e Terzo Polo, in particolare sulla stretta prevista in manovra sull’indicizzazione delle pensioni e sulla prima casa.
Ma “su questa cifra non si chiude”, ha spiegato una fonte di governo. Le “coperture devono essere certe e si stanno facendo le simulazioni per capire quali sono i margini”. Non è escluso quindi che le richieste, in particolare quella sull’Imu e sulla deindicizzazione delle pensioni che sono le più costose (Massimo Corsaro del Pdl calcola circa 4-5 miliardi di euro), possano essere accolte solo in una versione più blanda e meno costosa per ridimensionare la ‘caccia’ alle risorse.
Intanto sembra sempre più probabile l’ipotesi della fiducia quando, la prossima settimana, la manovra sarà all’esame dell’Aula. Ufficialmente nulla è deciso, ma l’obiettivo del governo e dei partiti che lo sostengono è uscire dalle commissioni Finanze e Bilancio della Camera con un testo blindato.
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