Jerago, l’addio alla giovanissima Alice «Da grande sognava di fare la maestra»

JERAGO CON ORAGO «Alice sognava di fare la maestra per i più piccoli». Sogni e progetti spezzati da una tragica morte che rimane senza un perché e lascia atterrita un’intera comunità. «Ma la nostra Alice è qui con noi e vive con noi» le parole di conforto del parroco don Remo Ciapparella, che ha perso non solo una giovanissima animatrice dell’oratorio, ma anche una futura maestra della scuola materna parrocchiale di Jerago.

Era il sogno di Alice, che amava i bambini: per questo don Remo e i genitori della ragazzina hanno deciso di devolvere le somme raccolte con le offerte della messa al sostentamento dell’attività dell’asilo di via Indipendenza. «Sabato si era confessata, era andata alla messa prefestiva e aveva dato appuntamento alle amiche per il giorno dopo – racconta il parroco – Era un appuntamento più grande, quello della fede».

La comunità jeraghese si è fermata ieri mattina per tributare l’ultimo saluto alla piccola Alice Riganti, stroncata improvvisamente a soli 13 anni da un infarto che l’ha portata via alla sua famiglia nella notte tra sabato e domenica. La chiesa parrocchiale di San Giorgio ieri mattina era gremita, fino a riempire il sagrato dove la messa veniva diffusa dagli altoparlanti. Presenti gli studenti e gli insegnanti della scuola media “Casula” di Jerago, dove Alice frequentava la terza, il gruppo dell’oratorio, e le tante persone comuni rimaste sconvolte dalla tragedia. «Ci hai contagiato con il tuo entusiasmo, l’energia che sprigionavi e la gioia che emanavi – le parole grondanti di lacrime e di commozione di una zia di Alice – ti ricordiamo come una ragazza di carattere, che aveva le idee chiare sui progetti, sui gusti».

Il parroco di Jerago, che ha concelebrato insieme ai sacerdoti di Besnate (don Marco Milani), di Crugnola (don Maurizio Scuratti) e di Mornago (don Fernando Sguazza), di Alice ricorda «l’affetto, il sorriso, la pace, il dinamismo, la giovialità, la freschezza, la trasparenza».

Commovente l’applauso sul sagrato e il viaggio verso il cimitero, con la piccola bara bianca ricoperta di fiori portata a spalle per tutto il tragitto, seguita da un fiume di persone incredule e scosse. «Ci siamo posti tante domande e vorremmo subito risposte, ma il cammino da intraprendere sarà lungo». Nel segno di Alice.

Andrea Aliverti

s.affolti

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