Marnate – Almeno una cinquantina di barili arrugginiti contenenti liquido nero, sono stati fotografati all’interno dell’ex Sanitaria Ceschina, il garzificio tra Olgiate Olona e Marnate dimesso da quasi mezzo secolo.
Il lettore, che per ovvie ragioni preferisce rimanere nell’anonimato, ha inviato le foto alla nostra redazione per denunciare uno stato di diffuso degrado e inquinamento che riguarda gran parte dell’area di proprietà privata e sollecitare così l’intervento delle autorità competenti. Dai barili, accatastati sul prato non molto distante dal fiume Olona, in territorio marnatese, fuoriesce una sostanza nera e densa simile al catrame. I contenitori potrebbero essere lì da decenni e non si può escludere che parte del materiale sia finito nel sotto suolo. Altri barili vuoti, sono stati trovati in un’area non molto distante dall’ingresso della ditta sul lato di Marnate. L’accesso non è blindato: nel muro in cemento che affianca la cancellata principale di via Lazzaretto, è presente un varco dal quale chiunque può tranquillamente passare.
Dietro la cancellata si nasconde l’archeologia industriale con i suoi edifici abbandonati e fatiscenti. Sono i capannoni dove fino a 50 anni fa gli operai erano all’opera per produrre garze, bende gessate e materiale medico di cui si rifornivano i militari in tempo di guerra. Un vero e proprio impero economico che ai tempi dava lavoro a centinaia di persone della zona. I fabbricati insistono su migliaia di ettari di parco verde: tutto però oggi è
a rischio crollo; le pareti in mattoni rossi sono bucate ed erose dal tempo e al loro interno ci sono ancora i macchinari arrugginiti con i rotoli di bende abbandonati a terra. Tra macerie e rifiuti di ogni genere spunta anche lo scheletro di una vecchia auto. Proprio di recente è crollato il piccolo ponte sull’Olona che divide in due la proprietà: una ditta si sta occupando di ripristinare l’argine con grossi blocchi di pietre bianche e non è da escludere che questo sia l’inizio di un’opera di demolizione che riguardi almeno gli edifici più degradati e che rappresentano un grande pericolo per chi incoscientemente si addentra tra i resti dell’industria. Senz’altro con una bonifica del terreno si potrebbe facilmente immaginare al posto delle macerie un parco verde fruibile da tutta la cittadinanza. Il Comune di Marnate ha più volte sollecitato la messa in sicurezza dell’area: «Non può occuparsene l’amministrazione – fa sapere l’assessore con delega all’ambiente Luigi Luppi – solleciterò dei controlli per escludere eventuali problematiche di carattere ambientale».
Valeria Arini
p.rossetti
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