Caianiello ne ha per tutti «Basta leghisti professorini»

VARESE «La Lega fa cadere Formigoni? Non occorre andare in Piemonte e in Veneto, le ripercussioni ci saranno in provincia di Varese».
Dopo la “carota” di Raffaele Cattaneo, che prova a rilanciare il suo cavallo di battaglia del “Pdl del Nord” arrivando a immaginare una saldatura con la Lega 2.0 maroniana, ecco il bastone di Nino Caianiello, presidente onorario dell’associazione Agorà e figura di riferimento dell’area laica nel centrodestra varesino, anche se in questo momento sospeso dal Pdl per le note vicende giudiziarie.


Con il caso-Lombardia ancora caldo, Caianiello non digerisce l’apertura di Cattaneo al Carroccio e addirittura alla candidatura di Attilio Fontana alla carica di governatore: «Prima certe uscite garibaldine (il riferimento ai “cinguettii” dell’assessore sui tagli agli stipendi, ndr), ora atteggiamenti supini e ragionamenti politici di bassa lega. Sono sbalzi di pressione. Io notoriamente ce l’ho alta, ma sempre. A Raffaele, che è un caro amico, consiglio una pastiglia per stabilizzarla». Di fronte alla Lega che manda a casa Formigoni, serve una reazione netta: «La Lega sfrutta demagogicamente il vento – spiega Caianiello – ma non può pensare di recuperare così un’immagine messa a dura prova dalla vicenda Belsito e da certe indagini in cui si parlava anche nel loro caso di ‘ndrangheta. Tutto da dimostrare, ma vale anche per Zambetti. Per questo non si deve porgere l’altra guancia ai leghisti, perché il nostro elettorato ne ha le palle piene del loro atteggiamento da primi della classe quando sono gli asini dietro la lavagna».
Anche perché sarebbe paradossale consegnare tutto il Nord ora, dopo anni di rospi ingoiati in nome dell’appoggio di Bossi a Berlusconi: «In provincia di Varese abbiamo sostenuto per vent’anni amministrazioni leghiste, pur essendo partito di maggioranza, nel rispetto di un accordo nazionale, e siamo stati ripagati con atteggiamenti ostili e con amministrazioni di centrodestra mandate a casa in cointeresse con il centrosinistra. Se Maroni vuole andare con Bersani lo dica al suo popolo ma non insegni la politica dei due forni a chi come me l’ha imparata da Craxi».

Il servizio completo sul giornale in edicola lunedì 15 ottobre

s.bartolini

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