LOZZA Un botto violento, un fascio di luce, le porte che vibrano, qualche calcinaccio che viene giù, il terreno che trema. E tanta, tanta paura.
È successo poco dopo le 21.30 di ieri sera quando i residenti di Lozza sono stati bruscamente svegliati da un’esplosione proveniente dal cantiere per la realizzazione della Pedemontana, allestito lungo la strada provinciale Lacuale tra Lozza e Gazzada.
«Stavamo dormendo quando abbiamo sentito quell’esplosione. Ci siamo detti “cosa è successo?”.
Mio figlio è scappato, temeva che si trattasse di un terremoto»: è in queste parole di Matteo De Prisco, residente in via Frassina a Lozza, la sintesi di quegli interminabili secondi di paura allo stato puro che hanno attraversato ieri sera l’abitato di Lozza.
I danni maggiori, stando a quanto è stato possibile ricostruire entro la serata, si sarebbero verificati nel comparto attorno a via Pravallo, dove i cittadini hanno impiegato qualche minuto per comprendere fino in fondo l’accaduto: «Sembrava di avere una bomba in casa, abbiamo sentito un’esplosione tremenda» ricostruiscono quasi all’unisono. «Non è bello vivere a contatto con questi botti quotidiani (le mine che vengono fatte esplodere dagli operatori in cantiere, ndr), ma non si era mai sentito nulla di simile».
Alcune abitazioni hanno rimediato danni ai vetri delle finestre, qualche soprammobile è finito a terra insieme alle tende: non vengono segnalati feriti ma, sicuramente, nessuno se l’è sentita di rientrare a casa per un bel po’: «Eravamo in ufficio a parlare, abbiamo sentito quel botto incredibile e abbiamo visto la porta a vetri d’ingresso tremare: non capivamo cosa fosse successo» riferisce dal canto suo Corrado Caragnano, gestore del centro sportivo
«Anche la tensostruttura dove era in corso una partita a calcetto ha vibrato – prosegue – Ci siamo precipitati tutti nel piazzale e abbiamo trovato tantissima gente in starda». Nei primi confusi istanti si temeva che fosse esplosa una casa, oppure che fosse successo un incidente. O, chissà, che fosse saltata una centralina. Ma la luce non è mai mancata: «Abbiamo visto quelle luce tremenda, non si capiva molto» rimarca Primo Brianza.
s.bartolini
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