MILANO A sei ore dall’avvio dell’udienza arriva la conferma della condanna per ergastolo nei confronti di Giuseppe Piccolomo per l’omicidio di Carla Molinari a Cocquio Trevisago. Lo ha deciso la Corte d’Appello di Milano accogliendo la richiesta del procuratore generale Carmen Manfredda, che aveva chiesto la conferma della condanna già inflitta in primo grado, ritenendo la colpevolezza di Piccolomo «provata al di là di ogni ragionevole dubbio». Per il magistrato, le 23 coltellate e il vilipendio al cadavere con il taglio delle mani dimostrano una furia omicida devastante.
In aula anche le figlie, che sempre si sono schierate contro il padre.
L’avvocato difensore, Simona Bettiati, ha sollevato un vizio di nullità del processo perché: «c’è stata una palese violazione del principio di discovery in quanto mi è stato impedito di prendere visione dell’intero fascicolo in sede di chiusura delle indagini». Il legale ha quindi sollevato incongruenze tra le testimonianze e la racolta delle prova, chiedendo l’assoluzione dell’imputato. Lo stesso Piccolomo ha parlato per circa mezz’ora dichiarandosi innocente e dicendo «che il pubblico ministero Petrucci ha raccontato solo delle barzellette. Vi chiedo di effettuare una perizia sull’ora della morte della Molinari in modo da scagionarmi. Sul coltello non c’era sangue quando è stato trovato. E’ stato abbandonato come su di una bancarella di mercato dove chiunque avrebbe potuto manometterlo».
Il procuratore generale Carmen Manfredda a questo punto ha chiesto l’invio alla procura di Milano dei verbali delle dichiarazioni di Piccolomo affinché venga verificata l’ipotesi di sussistenza del reato di calunnia nei confronti del pm Petrucci. La sentenza è attesa nel pomeriggio.
S. Car.
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f.artina
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