CASTRONNO La fiammata, il fortissimo botto, la porta, il muro di casa e i vetri della finestra che esplodono. Un corpo che viene sbalzato violentemente contro la parete di fronte. In condizioni gravissime era stato trasportato al reparto Grandi Ustionati Niguarda di Milano. È morto nelle ultime ore dopo due mesi da quella terribile serata. Un lungo periodo trascorso nel reparto dell’ospedale. Non ce l’ha fatta Pasquale Lucariello, pensionato di 75 anni, rimasto ustionato in seguito alla terribile esplosione avvenuta lo scorso 11 gennaio a causa di una fuga di gas partita dalla propria abitazione in vicolo dei Nobili, centro storico di Castronno. A due passi dalla chiesa parrocchiale e dal cuore pulsante del paese.
Una piccola corte abitata da alcune famiglie che la notte dell’11 gennaio si erano mobilitate per soccorrere Pasquale, tramortito e ferito dall’esplosione. Una vicenda drammatica che lasciò un paese intero con il fiato sospeso. Pochi minuti prima delle 23 il boato svegliò mezza Castronno: sul posto accorsero i vigili del fuoco di Varese e i carabinieri della stazione di Carnago. Le fiamme furono spente ma le condizioni di Lucariello furono subito giudicate molto serie. Con il trascorrere dei giorni la speranza che si potesse riprendere stava diventando sempre più concreta. Ci speravano tutte le persone che ne avevano apprezzato le qualità umane.
Nelle ultime ore è arrivata purtroppo ì la terribile notizia che nessuno avrebbe voluto ricevere in paese. Lucariello era una persona per bene, tranquilla, che aveva un ottimo rapporto con il vicinato. Viveva da solo in un piccolo appartamento in fondo alla corte. L’esplosione fu talmente forte che i vetri si conficcarono, restandovi appiccicati, nella parete della palazzina di fronte. Parte del muro crollò tanto che il piano interessato dall’esplosione fu dichiarato inagibile.
Il primo a soccorrerlo fu proprio il vicino di casa che, scosso e spaventato dal boato, uscì in strada e vide il pensionato con il volto e la testa anneriti dalle bruciature. Lo fece entrare in casa e lo aiutò. Lucariello si lavò la faccia, era frastornato ma era cosciente, almeno fino all’arrivo delle ambulanze. Fu trasportato prima all’ospedale di Varese, poi, considerando la gravità delle condizioni, fu trasferito a Milano, al Niguarda. Ha lottato per due mesi per restare in vita. Purtroppo per lui non c’è stato niente da fare.
b.melazzini
© riproduzione riservata