«Quel cigno non è stato ucciso» Porto Ceresio vuol vederci chiaro

PORTO CERESIO Diventa un caso diplomatico la fantomatica uccisione di un cigno lungo le rive del lago di Lugano a Porto Ceresio. L’animale fu trovato morto vicino al luogo in cui aveva da anni il suo nido, ovvero nella zona di Porto Ceresio: il cigno stava preparandosi alla prima cova dell’anno, e i testimoni affermano che sia la mattina del giorno in cui è morto, sia i giorni precedenti, l’animale stava bene. Non essendoci stati forti temporali o forte vento, la causa della morte del cigno è da imputare ad un atto di violenza gratuita. A confermare questa tesi, venivano citati anche i segni ritrovati sul corpo dell’animale, che fanno presupporre che il cigno sia stato ucciso con sassi e bastoni.

Peccato che le cose non stessero così. «La notizia risulta destituita di fondamento e lede l’immagine del Comune – chiariscono dal Comitato civico ceresino “Partecipazione comune” – Nessun cigno è stato ucciso a bastonate o sassate da uno o più sconosciuti a Porto Ceresio la settimana antecedente la Pasqua». Il Comitato, che vede tra i suoi referenti Roberto Di Bella, Rocco Monteleone e Virgilio Benzi, ex consigliere uscente all’ambiente e all’ecologia, vuole infatti sottolineare l’assoluta infodatezza della segnalazione. «Non lo diciamo noi – scrivono una nota – gli esiti dell’inchiesta svolta dalla stazione dei carabinieri di Porto Ceresio di concerto con il Settore caccia e pesca della provincia e l’amministrazione comunale. Verifiche dalle quali emerge come il cigno sia morto per cause naturali».

Attualmente nel luogo del ritrovamento del cigno c’è un maschio con la femmina di cigno che cova almeno 6 o 7 uova, quelli evidentemente confusi con l’animale morto e che invece sono in ottima salute. «E tra alcune settimane – concludo da “Partecipazione comune” – li vedremo in giro sul lago. In compagnia dei loro genitori».
Alessio Pagani

f.artina

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