VARESE Sono nove i siti a rischio idrogeologico del Varesotto da tenere monitorati “dal cielo” grazie alla nuova collaborazione siglata tra la Provincia di Varese e la Guardia di finanza nel maggio scorso e rinnovata ieri per tutto il 2013.
Basta però un breve giro in elicottero per notare mille altre ferite inferte al territorio da colpevoli abbandoni e gesti di inciviltà. In pratica l’assessorato alla protezione civile guidato da Massimiliano Carioni e la Sezione area della Gdf di Varese (di casa a Venegono Superiore e inserita nel dispositivo aeronavale del Roan di Como),
hanno siglato un accordo in base al quale i funzionari della provincia possono salire a bordo degli elicotteri della Gdf, durante voli di ricognizione o di addestramento, per monitorare e verificare con i propri occhi le condizioni di sicurezza ambientale del territorio.
Ne è emersa una mappa con nove siti a maggior rischio idrogeologico da tenere monitorati, a cominciare da quella di Maccagno e della Val Veddasca «dove qualche anno fa siamo riusciti a prevenire i possibili danni di una piena del torrente Giona grazie ad un cittadino che alzandosi presto si è accorto del rischio di esondazione» ha raccontato il comandante della Protezione civile di Varese Angelo Gorla.
Al secondo posto la zona di Cremegnaga sul fiume Tresa e poi quella di Sasso Galletto, a Laveno, recentemente colpita da una brutta frana. Da tenere monitorate anche Valcuvia, Valganna, Porto Ceresio e Cuasso al Monte e il corso dell’Olona, più volte modificato e in troppi punti stretto, addirittura soffocato da aziende e costruzioni varie. «Certamente la costruzione della Diga, qualche anno fa, dovrebbe risolvere i principali rischi di esondazione, ma dobbiamo monitorare la reazione del territorio alla diga», ha precisato Gorla.
Infine sorvegliate speciali sono anche Somma Lombardo, già messa in difficoltà da una frana sul Ticino, e Origgio, comune attraversato dal fiume Bozzente.
La Gdf ieri ci ha permesso di sorvolare in elicottero proprio la zona di Origgio. É incredibile come visto dall’alto il nostro territorio, fortemente modificato dall’uomo, appaia ordinato. Se c’è qualcosa di anomalo lo si nota subito. Così mentre si sorvolava il fiume Bozzente e l’area industriale che lo circonda traendone forza e pericolo (come per l’esondazione del 2009), ci siamo imbattuti in macchie di spazzatura, e inerti abbandonati tra gli alberi, ai margini dei campi.
L’abbiamo persino vista in diretta un’auto che scaricava abusivamente degli inerti vicino al fiume. E poi un grosso deposito di gomme e pneumatici in quel che resta di una cascina e il panorama devastato dal degrado dell’area industriale dismessa di Cairate, in stato di abbandono.
s.bartolini
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