VARESE Niente contanti? Sei prigioniero di Ferrovie Nord. È quello che è accaduto questa mattina, sul treno che verso le 9, da Varese, è arrivato alla stazione di Milano Cadorna.
«Un episodio paradossale» lo definisce Stefania Bonini, storica portavoce del “Pollonord”, comitato spontaneo dei pendolari della linea Laveno Mombello – Varese – Milano Cadorna. Un uomo sale a Tradate, dove le biglietterie automatiche non funzionano.
Quando passa il controllore, Stefania racconta che «l’uomo ha chiesto di poter fare il biglietto sul treno,
pagando anche la multa, ma col bancomat, perché era sprovvisto di contanti. A questo punto, il capotreno ha risposto che lui non era fornito di pos, e che il pendolare se la sarebbe vista a Cadorna con i diendenti di Ferrovie Nord, la società che controlla le stazioni». Nel capolinea milanese, infatti, i tornelli per uscire dalla zona dei binari funzionano solo inserendo il biglietto, o strisciando l’abbonamento. Senza quelli, si resta prigionieri.
«Sono scesa a Bovisa, non so come sia finita – racconta Stefania – ma la scena è paradossale: nell’era dove tutto è digitalizzato, solo Trenord ti obbliga a pagare tutto in contanti. Spero che il pendolare tradatese abbia trovato qualche dipendente di Ferrovie Nord provvisto di buon cuore e di pos».
Come ha spiegato lo stesso capotreno ai passeggeri, Trenord e Ferrovie Nord sono due società differenti che, conclude Stefania, «di fatto non si parlano: altrimenti non si spiega come mai la società che gestisce le stazioni stia portando avanti una politica tesa alla digitalizzazione e alla diminuzione del personale in stazione, mentre quella che gestisce i treni non permette ai suoi controllori di stare al passo con i tempi». C. Fra.
s.bartolini
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