VARESE La lunga treccia sulla schiena e l’armonica stretta sotto i baffoni: l’immagine di Fabio Treves è la stessa da quarant’anni, e lui ne è fiero. Anzi, ammette che «quando mi definiscono “padre del blues italiano”, un po’ mi commuovo. Non l’avrei mai detto, quarant’anni fa, che il blues sarebbe diventato la mia vita».
Una vita da bluesman, dove Varese è stata importante. Giovedì sera Treves terrà un concerto al Cinema Teatro Nuovo. Una formula diversa dal solito,
con solo Treves e il chitarrista Ale Kid Gariazzo sul palco, per un umplugged che diventi prima di tutto dialogo con il pubblico perché, spiega il musicista, «i rapporti personali, diretti e sinceri, sono lo stile del blues».
Un concerto che ha il sapore di un ritorno a casa?
Ho suonato molte volte nella vostra provincia, che è piena di appassionati. Ultimamente ho suonato ai Giardini Estensi, nel 2007, due anni fa sempre al Nuovo, dove ho registrato il cd live “Blues in Teatro”. Poi Luino, Azzate, ancora Varese. Ma soprattutto, quarant’anni fa, ad Agra ho partecipato al primo festival blues sul suolo italiano.
Lei è molto seguito a Varese. È definito il padre del blues italiano perché è stato il primo musicista a proporre la «musica del diavolo» nel nostro paese, e il suono della sua armonica ha dato un’impronta blues a molti lavori di musicisti e cantanti italiani, ma anche oltre. Che ne pensa di tanti riconoscimenti?
Più di tutto questo, quello che mi dà soddisfazione è sapere che con il mio lavoro ho contribuito a mantenere vivo l’interesse per questa musica, tramandando la passione ai più giovani.
Un passaggio di testimone che si vede spesso nei suoi concerti: non solo il suo chitarrista, Ale Gariazzo, è molto più giovane, ma spesso le band che aprono i live della Treves Blues Band sono composte da trentenni.
Ma anche gli spettatori sono spesso giovani appassionati di buona musica, persone interessanti che si pongono delle domande. E nel blues trovano le risposte che cercano.
L’intervista completa sul giornale in edicola lunedì 8 aprile
s.bartolini
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