VARESE I poeti visionari autori del blitz letterario alla scuola Fermi ci spiegano il perché del loro gesto. Il blitz risale a lunedì mattina, quando i bimbi che frequentano le elementari di Bobbiate hanno trovato ad accoglierli un manifesto con scritto «Rubare i sogni dai cassetti dei bambini per metterli nella testa degli adulti». Il messaggio – ritenuto criptico – è stato subito rimosso da una bidella.
Gli autori, di cui fino a ieri non si conosceva l’identità,
oggi si presentano: «Siamo Stefano (ex studente del liceo classico Cairoli, ora studente di filosofia a Milano) e Marta (ex studentessa del Cairoli, ora studentessa di lettere a Milano). Abbiamo vent’anni, non facciamo parte di nessuna associazione, scriviamo semplicemente poesie, ci firmiamo ste-marta, tutto minuscolo, senza la pretesa di essere autori, e facciam poesia di strada a Varese, provincia, e Milano con un progetto di poesia visionaria di strada».
Ecco dunque le motivazioni del blitz letterario: «Una parola e una poesia possono donare un senso a un muro grigio, a una giornata di un lavoratore, a chiunque passi e si rispecchi in quanto scritto. La gente si sta allontanando dalla poesia, presa dai mille problemi della vita quotidiana, perdendo pian piano anche il senso della vita; ma la responsabilità è della poesia che a sua volta si allontana dai lettori, chiudendosi nel suo mondo di vuoto elitarismo. L’arte sembra un privilegio per pochi, una moda: ci stiamo dimenticando che l’espressione poetica, l’arte che si fa collettività, può essere una piccola risposta alle inquietudini del nostro tempo, una presa di coscienza. Da qui la nostra decisione di aiutare la poesia, la parola, a tornare per le strade e parlare nuovamente di strade e volti».
Fino al dunque: «Domenica (giorno in cui è stato affisso il manifesto) abbiamo scelto di rivolgerci anche e soprattutto ai bambini, perché nei momenti di più buia incertezza ricordino di tenere sempre un sogno nel cassetto. Ma il messaggio va oltre e arriva ai genitori: sono loro che quasi in punta di piedi ora dovrebbero rubare (in senso metaforico e poetico) i sogni dei loro figli per realizzarli nel concreto, per renderli sogni di tutti e per coltivarli a loro volta. Rubare i sogni dai cassetti dei bambini per metterli nella testa degli adulti: una frase semplice, immediata, che arriva a tutti, ma dal contenuto profondo per nulla scontato, una frase su cui riflettere».
Ma perché proprio la scuola di Bobbiate? «Perché lì abbiamo notato un muro grigio, degradato, su cui rimanevano i resti di manifesti e un grande graffito scuro: era il luogo adatto su cui far risplendere uno spiraglio di sole. Non escludiamo una risposta più nel concreto, magari lì nella scuola Carducci o comunque vicino ad altre scuole, chissà magari un giorno saranno loro i poeti del domani».
Sono previste altre iniziative: «A maggio rappresenteremo Varese al primo festival di poesia di strada. Grazie ai contatti che abbiamo perfino Torino sta seguendo la vicenda della scuola elementare» concludono i due poeti visionari. A. Mor.
s.bartolini
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