GALLARATE Un condominio più vecchio di trent’anni: ecco l’identikit della casa più inquinante in città. Questo il dato che emerge dal Bei, l’inventario delle emissioni inquinanti presentato questo pomeriggio alle commissioni Ecologia e Lavori pubblici.
Si tratta di un documento realizzato nell’ambito del patto dei sindaci, un progetto europeo per la riduzione della CO2 immessa ogni anno nell’atmosfera. Stando a questi dati, l’80 per cento dei consumi di energia nel settore residenziale, che di per sé rappresentano il 41,4 per cento del totale cittadino, avviene in edifici costruiti più di trent’anni fa.
Il 41 per cento dei consumi si registra nei condomini, dove si trovano il 45 per cento delle unità abitative gallaratesi. Inoltre il 10 per cento dei consumi energetici nelle case cittadine è legato al gasolio. Si tratta delle vecchie caldaie, certamente più inquinanti di quelle a metano. Ed è questo uno dei settori più fertili per gli interventi di riduzione delle emissioni di anidride carbonica.
Tanto più che Gallarate non sembra avere un grande feeling con le fonti rinnovabili. Ancora nel 2005 in città non c’era nemmeno un impianto fotovoltaico, mentre oggi sono 185, capaci di produrre ogni anno corrente per 5 megawatt. Una potenza che arriva però a coprire appena il 2,4 per cento del fabbisogno di energia elettrica dell’intera Gallarate.
Una città nella quale il 58,8 per cento dei consumi riguarda il gas naturale e il 21,8 per cento da corrente prodotta con fonti rinnovabili. Come a dire che per rendere i Due Galli più ‘green’ c’è parecchio lavoro da fare.
R. Sap.
f.artina
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