E Reguzzoni fa come Gandhi «Punito perché dico la verità»

BUSTO ARSIZIO Espulso dalla Lega, cita il “non violento” Gandhi. «Anche se sei la minoranza di uno, la verità è sempre la verità». Reagisce così Marco Reguzzoni nel “day after” della notte delle epurazioni, quando il Consiglio Nazionale della Lega Lombarda ha deciso di dare il benservito ai bossiani di ferro (lo stesso Reguzzoni, ma anche il consigliere federale Marco Desiderati, il deputato uscente Alberto Torazzi e l’ex assessore regionale Monica Rizzi) che avevano espresso critiche sulla linea del nuovo corso maroniano della Lega 2.0.

Sul profilo facebook dell’ex capogruppo del Carroccio a Montecitorio (proprio dove nelle scorse settimane sono state esternate le critiche che ne hanno provocato l’espulsione da parte dei vertici) stamattina è comparsa una citazione del rivoluzionario non-violento indiano: «Molta gente, specialmente quella ignorante, vuole punirti perché dici la verità, perché sei corretto, perché sei te stesso. Non scusarti mai perché sei corretto, per essere anni avanti al tuo tempo. Se hai ragione e lo sai, dì quello che pensi. Anche se sei la minoranza di uno, la verità è sempre la verità».

Nessuna polemica o reazione scomposta, questa la strategia di Marco Reguzzoni. Che di fatto ribadisce quello che aveva già dichiarato all’indomani della notizia della richiesta di espulsione avanzata dall’assessore regionale Gianni Fava. «Le mie non sono critiche, ma riporto dubbi che sorgono spontanei tra gli elettori e i militanti, senza secondi fini – aveva fatto notare Reguzzoni – io credo che si dovrebbe spiegare ai militanti il perché di certe scelte discutibili. Se solo ricevessi risposte invece che insulti non avrei nulla da aggiungere».

Dopo Pontida, in cui i richiami all’unità avevano riempito i discorsi di Bossi, Maroni e Salvini, le epurazioni giungono come un fulmine a ciel sereno tra i bossiani, anche se resta sempre la carta del comitato dei garanti presieduto da Umberto Bossi, che ha l’ultima parola sui provvedimenti disciplinari nei confronti dei militanti di lungo corso come Reguzzoni.
Andrea Aliverti

b.melazzini

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