Crosio della Valle «Quello che più mi ha colpito è la sua immensa semplicità, che sa arrivare dritta al cuore». È un’emozione difficile da spiegare, tanto è grande, quella che ha provato Michele De Santis, disabile varesino che lo scorso 3 aprile ha ricevuto l’abbraccio a Roma di Papa Francesco. Il 44enne abita a Crosio della Valle e fa parte della parrocchia Sant’Apollinare dell’unità pastorale Maria Madre della Chiesa, che riunisce le parrocchie di Bodio Lomnago, Cazzago Brabbia, Daverio e Inarzo.
Affetto dalla nascita da tetraparesi spastica, De Santis è sempre stato sorretto dalla fede e quando gli si è presentata l’opportunità di partecipare al pellegrinaggio verso il Vaticano con l’Unitalsi di Varese, non se l’è fatta sfuggire: «Siamo partiti con l’Unitalsi lombarda e per Varese c’era posto per un solo disabile con accompagnatore – racconta l’uomo – Quando mi è arrivata la richiesta ho accettato senza pensarci un secondo di più».
Michele, archivista in una ditta metalmeccanica di Crosio, è partito in treno da Milano il giorno di Pasquetta e l’incontro con il Santo Padre è avvenuto il mercoledì successivo in un piccolo cortile dietro a San Pietro: «Dopo la benedizione – racconta Michele – papa Francesco ha fatto il giro della piazza e ci ha raggiunto; io ero insieme ad altri disabili in carrozzina, il Santo Padre è sceso dalla macchina e ci ha abbracciati uno ad uno. Ho avuto la sensazione che non avesse fretta e che avrebbe voluto fermarsi ancora più a lungo con ognuno di noi».
Michele si è rivolto a Papa Bergoglio consegnandogli le preghiere e il saluto delle persone che ha nel cuore. «Offro le mie sofferenze per la Chiesa» ha detto il varesino primo di ricevere, con immensa commozione, l’abbraccio tanto atteso: «E’ stato un momento stupendo – racconta il 44enne – che considero una grazia, un grande dono». Nel suo cuore porta ancora quella sensazione di pace che gli è stata trasmessa durante l’abbraccio a Francesco: «Un Papa – spiega il varesino – che è arrivato nel momento giusto per portare nella Chiesa il suo messaggio di pace e di vicinanza ai poveri. Un Papa che fa quello che dice con una semplicità sorprendente».
Insieme a lui, nel momento dell’abbraccio, c’erano simbolicamente tutte le persone che ama e porta nel cuore, a partire dai suoi familiari, gli amici, i volontari della parrocchia varesina e i ragazzi del catechismo. «Ho condiviso con tutti loro questo momento prezioso e speciale» conclude Michele, che porterà sempre con sé questa straordinaria esperienza di fede.
f.artina
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