Tir provenienti dal Veneto bloccati ieri ai cancelli della portineria dello stabilimento dell’Husqvarna di Cassinetta di Biandronno. Una ventina di lavoratori ha bloccato ieri mattina tre mezzi pesanti dell’azienda, provenienti dallo stabilimento di Volargne, in provincia di Verona. I tir trasportavano le scorte del magazzino, contenente dei ricambi per moto e altro materiale, che secondo il piano dell’azienda devono essere stoccati nello stabilimento varesino. Non una novità quindi rispetto a quanto annunciato dalla Ktm e dal gruppo Pierer Industrie, ma che lavoratori e sindacalisti intendono contrastare, anche perchè l’azienda continua a non affrontare il tema della reindustrializzazione.
Un gruppo di lavoratori, ormai in cassa integrazione, si è dato appuntamento ieri mattina davanti ai cancelli della ditta per manifestare pacificamente ma con fermezza tutto il loro disagio. Portare dal Veneto a Cassinetta tutto il magazzino, condanna il sito di Biandronno ad essere un mero centro di smistamento di pezzi di ricambio, perdendo completamente la sua naturale vocazione produttiva. Del resto, è ormai da qualche settimana che in provincia di Varese non si producono più moto Husqvarna, perchè la produzione è stata spostata a casa Ktm, nella fabbrica di Mattighofen.
Per completare il trasferimento del magazzino dalla provincia di Verona a Cassinetta ci vogliono circa una cinquantina di viaggi con i tir; i primi tre sono stati respinti ieri dal picchetto dei lavoratori appostati davanti alla portineria. Queste azioni di disturbo proseguiranno a spot anche nelle prossime settimane, ovviamente con azioni a sorpresa, per rendere più efficace la battaglia dei lavoratori. «Siccome l’azienda continua a non voler tutelare ed affrontare il tema dell’occupazione – spiega Nino Cartosio (Fiom Cgil) –
abbiamo deciso di intraprendere questa forma di protesta respingendo i tir in arrivo da Volargne». La situazione nella fabbrica di Cassinetta è molto difficile. Tutti i dipendenti che lavorano ai reparti produttivi sono in cassa integrazione a zero ore ormai da molti giorni. Attualmente al lavoro ci sono circa una quarantina di lavoratori, che si occupano del magazzino, dei ricambi e delle vendite. Sono invece una ventina i dipendenti, che in base all’accordo firmato tra le parti, hanno deciso di andare in mobilità volontaria incentivata.
Tra azienda e sindacati è ancora muro contro muro sul tema fondamentale della reindustrializzazione del sito di Biandronno, dopo che in un’intervista alla rivista tedesca Motorrad, ripresa dal nostro giornale, Stefan Pierer ha detto di fatto di voler congelare lo stabilimento di Biandronno, che potrebbe tornargli utile nei prossimi anni. «Al momento sul tema della reindustrializzazione non c’è nulla ma è un argomento che deve essere ripreso al più presto e sul quale c’è ancora una partita da giocare» afferma Cartosio. L’idea della Ktm è quella di completare il trasferimento del materiale dalla provincia di Verona a Cassinetta entro il primo di dicembre. L’obiettivo di questa nuova forma di protesta dei lavoratori è quella di mettere i bastoni tra le ruote ai tir dell’azienda, per segnalare ancora una volta il loro profondo disagio.
Biandronno
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