Nuove nubi sull’Arcisate-Stabio, specialmente sotto il profilo occupazionale. È quanto emerso nel corso dell’incontro di oggi tra i rappresentanti sindacali di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil e l’azienda Ics. Tavolo convocato per analizzare le problematiche connesse alla realizzazione della tratta ferroviaria destinata a collegare Lugano con Malpensa. «Nel corso dell’incontro l’azienda ha ribadito la volontà di ultimare la realizzazione dell’opera ma si sono evidenziate altresì le problematicità che a tutt’oggi rappresentano ostacoli all’obiettivo da tutti condiviso – fanno sapere i sindacati – . In particolare resta al momento irrisolto il problema dello stoccaggio delle terre da scavo, fatto che preclude la piena ripresa del cantiere e pone forti ipoteche sulla determinazione del “fine lavori”».
Di conseguenza i sindacati hanno manifestato tutta la loro preoccupazione per l’esaurirsi degli ammortizzatori sociali ordinari, leggi cassa integrazione, che hanno accompagnato gran parte dei lavoratori in questa fase di forte rallentamento del lavoro. Con l’ultima scadenza fissata a marzo 2014. Per questi motivi il sindacato unitariamente ha inviato ieri una richiesta di incontro alla Regione Lombardia. Con particolare riferimento agli assessorati alle Infrastrutture ed al Lavoro oltre che alla Presidenza regionale. «L’obiettivo – sottolineano Cgil,
Cisl e Uil – è quello di affrontare e tentare di risolvere problemi che riguardano oltre che i 200 lavoratori direttamente impegnati nel cantiere anche quelli dell’indotto, nonché gli abitanti della Valceresio e tutto ciò che gravita attorno ad un’opera da tutti considerata fondamentale per il territorio lombardo nella prospettiva di integrazione europea». Da qui l’allarme. «Sfidiamo tutti i soggetti in campo, aziendali ed istituzionali, ad adoperarsi – concludono i sindacati – per individuare una soluzione che scongiuri definitivamente il rischio di blocco del cantiere che impedirebbe la prosecuzione dei lavori e che siano individuati gli strumenti più opportuni perché non si disperda il patrimonio professionale in grado di consentirne la piena e rapida realizzazione».
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