È corsa contro il tempo a Vergiate per far ripartire dopo l’incendio la Monitor fin dal 7 gennaio.
Dopo il rogo, scoppiato il giorno di Santo Stefano, che ha devastato una parte del capannone industriale di via Per Sesto Calende (si parla di circa un quarto di superficie interessata dalle fiamme) l’azienda si è già attivata per far ripartire l’attività produttiva in tempo con la riapertura del nuovo anno dopo le festività. I responsabili della ditta specializzata nella produzione di componenti per ascensori, con sede legale a Baranzate di Bollate, non si sono persi d’animo e sono già al lavoro per riaprire i battenti. Stiamo parlando di una realtà importante del territorio: un’azienda che dà lavoro a decine di maestranze e che a breve avrebbe dovuto potenziare l’attività dello stabilimento di Sesona.
Un’operazione confermata dai vertici nonostante il brutto incendio di Santo Stefano: «Il piano di sviluppo – spiega , direttore generale di Monitor – resta confermato, si tratta di un piano rivolto all’esportazione. Ci teniamo a dire – spiega il dirigente – che i danni, pur importanti, sono circoscritti a una parte limitata del capannone. L’attività riprenderà dopo la chiusura festiva. Abbiamo già attivato un piano per garantire le consegne ai clienti sia utilizzando le ricorse esterne sia altri stabilimenti del gruppo a cui apparteniamo».
Il 7 gennaio riaprirà anche l’impianto di Vergiate: «Siamo soddisfatti – aggiunge Ati – della reazione da parte dei dipendenti che subito dopo l’incendio hanno dimostrato collaborazione e grande spirito di appartenenza. Si sono attivati per dare una mano, è stata messa in campo una catena di solidarietà estremamente forte, ci vorrà un minimo di tempo, ma non pensiamo di avere contraccolpi. I miei collaboratori lavorano ininterrottamente per ridurre al minimo i problemi provocati dall’incendio. L’attività riprenderà a pieno regime».
Nel frattempo stanno andando avanti anche le indagini da parte dei vigili del fuoco del comando provinciale di Varese per ricostruire le cause dell’incendio. L’ipotesi sempre più probabile è che il rogo sia stato innescato da un corto circuito magari provocato da uno dei tanti blackout prodotti dal maltempo delle ultime ore. Le fiamme hanno danneggiato anche una certa quantità di materiale di produzione anche se per il momento l’inventario non è stato ancora completato. La conta potrà essere ultimata solo nelle prossime ore.
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