Gli orologiai svizzeri in guerra «Toccate i frontalieri e moriamo»

È l’industria svizzera per eccellenza. Il marchio di fabbrica della Confederazione elvetica. Eppure senza i frontalieri non potrebbe resistere. Perdere competitività ma anche possibilità di sviluppo. Stiamo parlando dell’intero settore dell’orologeria. Simbolo di un Paese, non a caso si dice «puntuale come un orologio svizzero», teme ora, e non poco, gli effetti del contingentamento dei frontalieri. In Canton Ticino come nella Svizzera francese, terreno d’eccellenza per la produzione di orologi di lusso in grado di trainare il settore anche in tempo di crisi.

Per questo l’industria orologiera elvetica ha deciso di prendere posizione. E di schierarsi contro lo stop ai lavoratori stranieri. I marchi svizzeri dell’orologeria riuniti al Baselworld di Ginevra, la più importante manifestazione mondiale del settore, lanciano l’allarme.

E non ci vanno leggeri. «Il risultato del referendum contro la parità tra svizzeri e cittadini dell’Unione europea nel mercato del lavoro, rischia di mettere in crisi un’industria», spiegano all’unisono.

Per poi scendere nei dettagli. «Un numero importante di collaboratori che lavorano per l’orologeria svizzera è straniero, residente o frontaliero. Abbiamo bisogno di questa manodopera e di queste competenze, e questo voto ci crea qualche inquietudine: ci auguriamo che le autorità svizzere tengano conto dell’importanza di questa manodopera per il settore».

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