Il Picco della vergogna sul nido biancorosso. Adesso ci crediamo più che mai. Perché abbiamo ritrovato la capacità di dare tutto quando avevamo tutti contro. Perché non è giusto, non ce lo meritiamo. Perché non abbiamo perso, ha perso Mariani di Aprilia. Partita decisiva, arbitro decisivo: contro, l’ennesimo. Abbiamo giocato in dieci contro dodici, dall’inizio alla fine. E il dodicesimo è il signor (signor) Mariani. E così mentre il Bari salva la B con un fallimento pilotato che azzera montagne di debiti e alla fine verrà venduto al miglior offerente per un pugno di mosche,
noi veniamo trascinati all’inferno da fischi inconsulti, direzioni sconcertanti, decisioni dazianti. Allucinante Mariani, un altro elemento esterno, dopo Pesoli, che con ogni mezzo tenta di mandare il Varese in serie C. Alla squadra diciamo: credici, tre partite – magari cinque – come questa, e ti salvi. A Laurenza diciamo: credici, non mollare, vai avanti, fatti sentire e alza di peso chi doveva farsi sentire in Lega come l’amministratore delegato Enzo Montemurro (è consigliere del presidente Abodi, o no?). Ai tifosi diciamo: credeteci, cantate e sostenete il Varese – anche ieri, in più di 100 una sera feriale, siete stati esemplari, i migliori in campo -, è tornato a meritarselo. Non è mai troppo tardi e la gente come voi (come noi) non ha paura di salvarsi nemmeno a Novara (con una prova come questa, senza Mariani, a Novara vinciamo). A Sottili diciamo: credici, e punta su chi ha perso tutto come Momenté (grande mossa). Non ti tradirà.
Uccisi anche quando siamo vivi. Spogliati di tutto, ma zampillanti d’orgoglio, da un arbitro (lui, sì) da serie C: c’era il rosso per Sammarco che azzoppa Blasi e lo costringe ad uscire dopo 40 minuti, non c’era quello di Rea (entrata dura ma non assassina) che lascia il Varese in 10 e sotto di un gol al 54’; non c’era il rigore dello Spezia perché i due minuti di recupero del primo tempo erano già scaduti da 27 secondi e non s’è mai visto un recupero del recupero così lungo a metà partita. E per una gomitata simile a quella di Baldanzeddu a Bjelanovic, Amauri prese tre turni: Mariani non l’ha nemmeno vista. Per noi la partita è finita 1-1. Anzi, l’ha vinta il Varese: più occasioni, più fuoco, più orgoglio. Quando lo davano tutti per retrocesso, ha alzato la faccia da terra e ha urlato: in serie C noi non ci andiamo. Infinita quando era già finita. Ricordatevi per sempre la scena di fine primo tempo, con un fischietto sepolto in bocca al 47’27” (tempo di Sky), come se Mariani volesse continuare la partita finché gli avversari avessero segnato. Angolo allo Spezia e poi un rigore per un fallo demenziale di Bjelanovic: erano passati 27 secondi oltre i 2 minuti di recupero. Ventisette secondi per morire. O per tornare a vivere, rossi di rabbia (lui, Mariani, di vergogna). E allora alla fine, di fronte a questo scempio, ci chiediamo: cosa serve avere un consigliere di Lega che si chiama Enzo Montemurro se poi sei la squadra più bersagliata, con più espulsi e rigori contro del campionato. Mai un’alzata di capo, mai una levata di scudi, mai una protesta ufficiale. Niente di niente: ci vedono affondare, e ci schiacciano la testa. Ma tu, Montemurro, seduto ai piani altissimi del Palazzo, cosa hai fatto per difendere il Varese? Chi hai chiamato? Quando hai pestato i pugni sul tavolo? Come ti sei mosso?
Andrea Confalonieri
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