Busto, il mistero delle scarpe appese

Non solo rock and roll e burro d’arachidi. Dall’America, intesa come Stati Uniti, abbiamo importato anche la moda delle scarpe. Quelle da indossare certamente, ma anche quelle da appendere. In molte città si vedono calzature che penzolano dall’alto sopra le teste dei passanti, appese ai fili dell’elettricità o del telefono che corrono da un lato all’altro delle strade.

Busto Arsizio non fa eccezione. Qua e là alzando gli occhi al cielo capita di vedere appese scarpe da ginnastica unite per le stringhe, come ad esempio in via Pisacane. E non ci si può sbagliare: non è che uno possa averle perse così.

A New York simili immagini sono molto più frequenti che da noi. Ma il significato da attribuirvi non è del tutto chiaro. Uno dei più probabili è che quegli oggetti siano un faro per chi è in cerca di qualcosa di ben preciso, l’insegna che indica il luogo dove si può reperire la droga. Più rari a Manhattan, si scorgono più facilmente negli altri quartieri della Grande Mela. Il fenomeno, che si sta affacciando dalle nostre parti, in realtà dall’altra parte dell’Atlantico se non sta proprio tramontando, comunque ha parecchi anni, una trentina tutti.

Lo conferma un artista newyorkese che da qualche anno si è trasferito in Italia, ad Arese. , “Dipie” il suo nome d’arte, è nato nel Queens nel 1978. «Il fenomeno a New York – afferma – è abbastanza vecchio. Avevo circa dodici anni quando iniziai a vedere le scarpe appese ai fili. Avevo chiesto in giro il perché e avevo saputo che quello era il segnale degli spacciatori, che indicava il luogo dove si poteva acquistare la droga. Ora però – aggiunge – è un comportamento superato. Oggi a New York la droga si compra contattando qualcuno o facendo incontri per strada. Ora le scarpe appese sono più che altro una moda».

Nella città più famosa d’America peraltro fanno di più: non solo vengono appese scarpe vere, ma anche scarpe finte. «Mi è capitato di vederne di cartone o di legno, delle sagome buttate sui fili del telefono. Non so se fossero solo l’installazione di qualche artista», dichiara Di Pietrantonio. Un altro possibile significato potrebbe fare riferimento invece all’elettricità. «Forse  – sono le parole dell’artista statunitense – è un modo per segnalare la pericolosità di un filo elettrico dopo una tempesta».

Le teorie o le leggende sulle calzature appese sono tantissime: potrebbero indicare il luogo in cui è possibile commettere un furto o rimarcare l’appartenenza di un territorio ad un gruppo oppure ancora essere il ricordo di un’importante tappa della vita. Una cosa è certa: nessuno sa veramente che cosa simboleggiano. Per dare un nome alle scarpe volanti è stato pure coniato un termine apposito, shoefiti, crasi  di shoe, scarpa, e fiti, le lettere finali di graffiti.

A Busto sembra che le scarpe appese ai fili non nascondano nessun pericolo. Cos almeno la pensa , assessore alla Sicurezza. «Le noto, sono una forma di degrado – dichiara – e ogni tanto le facciamo togliere. Ma non mi risultano che abbiano alcun particolare significato nascosto».

© riproduzione riservata