Ai varesini la droga piace eccome. Seconda raffineria sequestrata dalla Guardia di Finanza in meno di tre mesi. Era già accaduto il 26 giugno scorso in Brianza. Ora tocca a Milano: sotto sequestro quasi mezzo milione di droga. A giugno si trattava di eroina, questa volta di cocaina. Tutta la sostanza stupefacente era, in entrambi i casi, destinata al mercato del Nord, in particolare quello della nostra provincia.
La Guardia di Finanza di Varese, seguendo un pusher, è approdata a una casa dove si raffinava la droga, a Milano, in viale Monza.
L’appartamento, situato al secondo piano, era abitato da sei uomini, albanesi, intenti a confezionare la cocaina. Il blitz è scattato quando gli uomini della guardia di finanza di Varese e Gorgonzola, che seguivano da tempo gli spacciatori a partire dai rispettivi territori, hanno notato due uomini, a Milano, scaricare da un’autovettura una pressa del tutto simile a quelle sequestrate nei mesi scorsi a organizzazioni dello spaccio; macchinette realizzate artigianalmente per schiacciare e creare panetti di eroina e cocaina, da vendere clandestinamente su base industriale.
Il gruppo utilizzava una pressa artigianale, come da tempo si stanno diffondendo tra gli spacciatori di droga, e che sono state già scoperte dalla Guardia di Finanza nel luglio 2013 a Lonate Pozzolo, e a giugno a Meda. I sei avevano il compito di tagliare lo stupefacente, come si dice in gergo, cioè diluire la cocaina purissima con sostanze addizionanti, e confezionare panetti sottovuoto da un chilo ciascuno. Sono stati sequestrati sette chili e 200 grammi di cocaina, un chilo e mezzo di sostanza da taglio e una pistola irregolarmente detenuta.
Gli albanesi hanno rispettivamente 40, 32, 30, 25, 21 e 21 anni (quattro sono residenti a Milano, gli altri nell’hinterland). La droga era insieme a due bilancini di precisione, e a del materiale termoplastico utilizzato per il confezionamento sottovuoto.
Nella casa è stata scoperta una somma in contanti pari a cinquemila circa. La droga sottoposta a sequestro, qualora immessa sul mercato, avrebbe fruttato oltre 500mila euro. L’operazione è del tutto identica a quella condotta dalla guardia di finanza di Varese lo scorso 16 giugno.
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