«Ora sono nel buio senza di te»

«Ora sono nel buio senza te». Il peso impareggiabile della notte più lunga di, il compagno di , è tutto racchiuso in queste parole.

Matteo che è piombato sul luogo del drammatico incidente che gli ha portato via tutto, rimanendo incredulo davanti a Simona che veniva caricata in ambulanza. Matteo che ha passato la notte all’ospedale di Circolo di Varese. Prima al pronto soccorso, poi all’obitorio.

Simona, 23 anni, di Bisuschio, finita con la sua Fiat 600 contro un bus navetta su quella curva maledetta di viale Valganna. Simona che in grembo portava il figlio di Matteo.

«Grazie a te stavo imparando cos’è la vita, imparavo ad amare grazie a te», ha scritto ieri il giovane, originario di Gazzada, sul suo profilo Facebook.

L’altro ieri notte, dopo quell’incidente devastante alle 18 di martedì, Matteo non è mai rimasto solo.

Davanti all’ingresso al pronto soccorso si sono radunati decine di ragazzi. Amici di Simona, amici di Matteo. Chiusi in un dolore assurdo, in silenzio davanti a una perdita così grande.

E anche ieri mattina gli amici di Simona e Matteo hanno continuato ad arrivare. Per molti il sentimento prevalente è la rabbia. «E come si fa a non provare rabbia per una cosa tanto assurda? Per una cosa così? Come si fa a non incazzarsi con tutti e con tutto?».

I toni si addolciscono soltanto quando si parla di Simona. «Bella, un angelo», racconta un’amica. «Un angelo senza paura che sapeva dare tutto agli altri. Non si arrendeva mai, Simona. Sempre a testa alta, sempre avanti, con quella voglia di vivere. Contro tutte le difficoltà».

Quel bimbo era stato visto come un dono. La gravidanza «non l’hanno mai nascosta. Era una cosa bella. Una bellissima notizia. Era amore», dicono ancora gli amici. «Avrebbe dovuto essere vita – aggiunge una ragazza – Una vita nuova, piena. Una vita diversa. Una vita da adulti. Ce l’avrebbero fatta».

E torna la rabbia: «E come si fa oggi a credere in Dio? Due vite. Quella di una ragazza meravigliosa e quella della più innocente delle creature: il bambino che le stava crescendo in grembo. E pensare che c’è chi si comporta di merda, che fa del male. Che ammazza persino. E quelli arrivano a cent’anni. Ma che senso ha?».

Simona e Marco. Tutti i presenti guardano a loro come a una sola cosa. «Sposarsi? Magari sì, forse no. Di fatto si amavano da pazzi. Erano stupendi. Bellissimi. Erano una famiglia. Punto».

Di come sta Matteo è inutile chiedere. «Quanto tempo perso senza di te Simona», scriveva Matteo qualche settimana fa. «Sono felice».

Oggi prevale il rispetto per una vita tutta da ricostruire: «Ora sono nel buio senza te».

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