– In una Casbeno chiusa alle auto ed aperta all’atmosfera di festa, il mercatino “Luci, profumi e colori del Natale” ha riscosso un grande successo di pubblico durante il weekend appena trascorso. Nelle strade invase di persone, tra melodie natalizie sempre verdi e aroma di vin brulè, una bancarella delle novanta che hanno animato il rione ha catturato l’attenzione particolare di coloro che non riescono a restare indifferenti davanti alle nuove generazioni che sanno aprire agli altri il proprio cuore.
Via Ariberto, stand numero 35: sotto l’insegna “Punto scuola volontariato Isiss Daverio-Casula”, , , e hanno consegnato sorrisi ai passanti con dolce timidezza, mettendo in mostra alcune idee regalo confezionate con le loro mani.
A riscaldarli, nel freddo tipico di un pomeriggio di fine novembre, gli immancabili biscotti ed il caffè preparato da , professoressa di economia aziendale e turismo. L’annotazione non è casuale: studenti e docenti dell’istituto casbenese sono scesi in campo uniti per rendere tangibile il loro impegno nell’aiutare
chi ha più bisogno. «Fare volontariato è un aspetto molto importante del messaggio educativo che vogliamo trasmettere ai ragazzi – spiega la prof. De Vito – Oltre alla consueta raccolta per il Banco Alimentare, da quattro edizioni siamo presenti al mercatino natalizio di Casbeno con i nostri manufatti. Il ricavato degli anni scorsi è andato all’Ospedale Gaslini di Genova ed ai terremotati di Emilia Romagna e Veneto; quest’anno abbiamo deciso di devolvere il guadagno agli alunni meno abbienti della nostra scuola, finanziando alcune borse di studio: ci sono tanti casi di disagio vicino a noi».
Oltre ai citati, sono in tutto venticinque gli studenti che si sono alternati dietro alla bancarella nella due giorni di esposizione, guidati dalla preside apice piramidale di insegnamenti che non si fermano alle nozioni profuse da una cattedra. Per allestire la vendita, i giovani si sono ritrovati durante i pomeriggi dell’ultimo mese, sacrificando ore allo studio ed al tempo libero: il risultato, oltre a quello che si percepisce come gioia dell’anima, sono stati graziosi oggetti fabbricati con materiale di riciclo come tappi di sughero o capsule del caffè, oppure borse vezzose fatte con la carta e anelli carini e molto particolari.
Il bottino del progetto benefico è andato un po’ in calando dopo i 1200 euro del primo anno: anche chi fa del bene è costretto a sentire la crisi. L’importante però è continuare a mettersi in gioco in un’iniziativa che fa emergere anche tutta la bellezza, a volte troppo nascosta, del rapporto professori-studenti: «Incontrarsi fuori dalla classe – continua Anna De Vito – aiuta a conoscere lati diversi di entrambe le parti. Per i ragazzi, poi, confrontarsi con queste occasioni è una vera scuola di vita, nonché motivo di aggregazione ed aiuto a superare la timidezza». «Essere coinvolti in attività extra-scolastiche come queste – conclude invece Laura Piazza – è un modo per dimostrare davvero la nostra sensibilità».