Sconfitta orribile. Ci caccia nel guaione. Virtualmente (penalità annesse) siamo ultimi. Strada tutta in arrampicata, e diciamo la verità: ci vorrà il miracolo per salvarsi. Vero che è presto. Vero che altri se la passano male. Vero qui e vero là. Ma ci siamo cercati il peggio e l’abbiamo trovato, senza scuse. I senatori, tutti presenti: Zecco, Neto, Corti, a un certo punto perfino Rivas. Aveva addirittura segnato Borghese, e preso un legno: roba mai vista. E c’erano capitate un paio d’occasioni, dopo il pari del Vicenza, per ripassare avanti. Non sfruttate da Neto (bravo il portiere) e da Borghese (il palo a dirgli di no).
Presupposti adatti a chiudere il match, pur se avevamo sofferto il pressing alto dei veneti. Invece no. La ripresa doveva essere un assalto, che cos’avevamo da perdere? Macché. Abbiamo aspettato, tergiversato, indugiato anziché affondare il colpo decisivo. Poi ci si è messo Bastianoni a fare (nomen omen) il contrario di quanto esibito ad Avellino: partitaccia versus partitissima. Un errore in fila all’altro: compartecipazione pesante sul primo gol, dormita di posizionamento e riflessi sul secondo, respintina asfittica sul terzo. Ma cosa ti ha preso (cosa non hai preso?), carissimo Bastianoni?
Il Varese si prende il tremendo rovescio. Psicologico soprattutto. Col Vicenza non ha funzionato un tubo. Non l’assetto titolare, non i cambi, non la visione allenatoriale. Abbiamo giocato per un tempo senza esterni di fascia (Falcone zero, Zecchin zero più), con Miracoli inutile, Neto costretto a cantare e portar la croce, gli altri affatto incisivi. Qualcuno (Fiamozzi) deleterio. Rivas messo per Falcone ha sbagliato un gol-gol, infilato due spunti di classe, poi nada. Barberis per Zecco,
non pervenuto. E Lupoli avvicendato a Miracoli, beh, assolutamente troppo tardi. Ormai il mezzo cappotto ce l’avevano infilato. La prossima volta, è attesa più tempestività da Bettinelli. A proposito: il round che ci attende sabato venturo, sempre a Masnago, è con l’Entella. Roba da coda profonda. Non che cambi la solfa: nel campionato di rincorsa che ci tocca, bisogna vincere sempre. Però quando butti partite come quella di ieri, devi pensare a supervincere. E mica è facile.