– La chiamano l’e-bay delle fatture commerciali, perché il principio di Workinvoice, start-up presentata ieri nel corso dell’incontro organizzato da Confartigianato Imprese Varese a Ville Ponti, per dare risposte nuove al problema del “credito impossibile”, ha un principio di funzionamento che ricorda effettivamente quello del famoso portale di scambio.
Solo che lì, su e-bay, vengono vendute all’asta cose, qui, su Workinvoice, vengono vendute fatture: le imprese possono infatti cedere i propri crediti, che vengono messi all’asta, e incassare così in brevissimo tempo il denaro che serve loro per continuare a lavorare.
Un meccanismo virtuale e semplice: «Le fatture oggi si portano in banca o si cedono a società di factoring» ha spiegato ieri Fabio Bolognini, fondatore di Workinvoice «ma anche in questo modo il mondo delle piccole imprese soffre: nelle banche non c’è sufficiente spazio per raccoglierle tutte».
«Ecco, noi raccogliamo ciò che non interessa alle banche, piccole fatture poco gradite anche alle società di factoring» ma che per le imprese sono oro: fatture da diecimila euro in su che significano per le imprese in attesa del pagamento liquidità vitale.
«I crediti sono il vero oro nero dai quali estrarre energia» ha sottolineato Bolognini e una nuova strada per far fronte al fabbisogno e alla mancanza cronica di liquidità è proprio quella di venderli all’asta: «Chi compra il credito è un investitore che decide di impegnare il suo denaro direttamente nelle aziende. Arrivando ad ottenere un rendimento di tutto rispetto».
Ecco lo schema su cui si fonda @workinVoice pic.twitter.com/NOvx6tPtxi
— Confartigianato Va (@ArtigianiVarese) 16 Dicembre 2014
Si viene così a creare un circuito virtuoso «perchè viene generata liquidità incrociando il risparmio italiano con le imprese italiane» sottolinea Bolognini «perché in questo gioco di aste c’è un investitore che si compra un credito perché gli rende, ma nello stesso tempo va a canalizzare risparmio nelle aziende».
All’estero questo strumento funziona benissimo e già da molto tempo: e oggi in Italia si è sviluppato con Workinvoice proprio per favorire le piccole imprese che, sebbene abbiano ottimi clienti, e quindi ottimi crediti commerciali, spesso non hanno credito bancario e hanno sempre più difficoltà ad attendere la data di scadenza della fattura per poter saldare a loro volta i loro fornitori.
Aspettare 150, 180 giorni per un’azienda, specie se di piccole dimensioni sono tanti, anche avendo la certezza del pagamento: ecco perché la piattaforma, accessibile sul web, può rivoluzionare l’accesso delle piccole imprese alla liquidità e alle risorse finanziarie.
“Aderire a @workinVoice è semplice. Analizziamo gratis il rating dei debitori di cui si intende cedere le fatture” pic.twitter.com/bx7pT9cTeF
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Ma vediamo in concreto come funziona: una piccola impresa che ha crediti e fatture verso le società eccellenti, quindi fatture buone, fresche, senza crediti da recuperare, e che tuttavia a causa del credit crunch ha difficoltà ad accedere al credito bancario, può trovare in workinvoice.it una soluzione possibile.
Le fatture, una volta caricate sulla piattaforma con tutti i dati necessari (il debitore, l’importo, la data di pagamento attesa) vengono messe all’asta. Una volta acquistata da un investitore, la fattura sarà pagata subito per il 90% al momento dell’asta e il saldo a pagamento della fattura, dopo avere detratto un piccolo importo come remunerazione dell’investitore.
«E fuori dall’Italia ci sono fior fiore di investitori che hanno milioni da investire nelle fatture» sottolinea Bolognini. Questo significa che il gioco funziona: ed è in grado di mettere in moto circoli virtuosi per rimettere in circolazione quell’oro nero nascosto tra i bilanci e le fatture delle aziende.