– Racconti brevi, a volte spietati, altre colmi di lirici abbandoni, qualche venatura cinica accostata a immagini surreali, fantastiche e pure così reali se si parla di musica, l’arte più astratta e irraggiungibile, dal carattere volatile e sublime.
Davide Ielmini va a nozze con l’immaginario, inventa una quantità di “mondi paralleli”, di incroci virtuosi tra la musica colta e il jazz, Bach e Giorgio Gaslini, Dio e l’ascoltatore medio, e li apparecchia nella raccolta di “Note a margine 2”, libro colto e nel contempo godibile, che invita a disquisizioni intellettuali ma fa anche venir voglia di frugare nella discoteca di casa e tirar fuori questo o quel vinile, sedersi in poltrona e sognare un po’, cosa di questi tempi piuttosto laboriosa.
Davide, con il suo mezzo toscano all’angolo della bocca, il berretto Donegal tweed e il vecchio montgomery, sembra venir fuori da un racconto di Jean Paul Richter, una sorta di Maria Wuz, il maestrino che riscrive i testi di autori importanti come li immagina lui, perché non ha i denari per acquistare i libri originali.
Ricorda anche i critici musicali di fine Ottocento, Romeo Carugati per esempio, lo scapigliato che portava sempre un topolino bianco nel taschino della giacca,
ma scriveva formidabili recensioni, piacevolmente visionarie.
Ielmini, però, i libri li legge eccome, e come Wuz riscrive a modo suo certa storia della musica, preferisce per esempio che un divo della tastiera in sala di incisione invece di registrare il solito Chopin si scateni – con il terrore del fonico – in un’improvvisazione jazz, oppure scomodare l’Altissimo e invitarlo a chiacchierare con Bach di fughe e canoni inversi, o farlo scendere in un conservatorio per vedere di nascosto l’effetto che fa.
Laureato in Scienze politiche con una tesi su “Consumo, ascolto e gusto musicale negli adolescenti d’oggi”, giornalista «un po’ scrittore e un po’ pianista» come ama definirsi, Davide Ielmini collabora con la nostra pagina degli spettacoli e con le riviste Musica e Jazzit e ha scritto diversi libri, tra cui le “Note a margine 1 e 2”, “Musica scritta di quotidiana inutilità” e “Giorgio Gaslini. L’uomo, l’interprete, il compositore”, lunga intervista al celebre pianista jazz da poco scomparso.
Ora i racconti di Davide approdano in teatro, grazie al lavoro registico di Serena Nardi, che domenica 21 alle ore 17, nella sala Chopin di Villa Bossi a Bodio Lomnago (ingresso 10 euro, prenotazione obbligatoria allo 0332.969059), presenterà alcuni scritti di “Note a margine 2” con le voci di Sarah Collu e Leonardo Lempi, il pianoforte di Alessandro Cerea e la chitarra di Guido Zanzi.
«I racconti di Davide Ielmini trasudano musica da ogni parola. Partendo da questo presupposto è stato facile ideare un percorso di lettura interpretativa – spiega Serena Nardi nelle note di regia – In particolare, e appunto su questo si soffermano alcune scelte registiche, il rapporto tra il passato e il presente; l’approccio ironico e quasi dissacrante rispetto a entità e dogmi ritenuti inossidabili o addirittura pateticamente “evergreen”; l’attenzione al mondo giovanile, che da sempre è il terreno più fertile del rinnovamento e della spinta ad andare oltre».
La scelta è andata su cinque titoli: «Dio in Conservatorio”, “Dio e Giovanni”, “Dio e Francesco”, “Herald” e “Segnale assente”, con gli attori a dare voce alla vita che scorre e si ricrea continuamente, un po’ come sosteneva la buonanima di Eraclito, e avviene per la musica, che è sempre intorno a noi, anche se non l’ascoltiamo.