– Stefano Candiani e la battaglia per la sicurezza, atto secondo. Il senatore leghista di Tradate è stato censurato da Facebook per il commento al vetriolo sulla nomade che settimana scorsa lo ha derubato del cellulare. Una vicenda trasformatasi in un caso nazionale: il suo post, infatti, dopo essere stato condiviso da un giornalista dell’Espresso, fu criticato aspramente. Ma c’è di più visto che nelle ultime ore Facebook, raccogliendo evidentemente la richiesta di qualcuno, ha deciso di cancellare il post della discordia, mandando su tutte le furie il Senatore di Tradate.
«Settimana scorsa – scrive – qualche sinistro perbenista del c…. si è sentito offeso per il post con cui ho denunciato di essere stato derubato da una zingara ladra e ha fatto rimuovere il post da Facebook (censura). A questi radical-chic dà fastidio confrontarsi con i danni causati dal loro modello di sicurezza basato su impunità e buonismo. Se poi a essere derubato è uno della Lega, beh, non è reato.
Io invece sono convinto che la sicurezza (anche un po’ “ruvida”, quando serve) sia una cosa importante, irrinunciabile che lo Stato deve garantire a tutti».
Candiani non arretra di un centimetro alimentando la polemica sulla sicurezza postando un video di un ladro preso a bastonate dal conducente di un bus. Un metodo “ruvido” che il Senatore ha condiviso: «Il maldestro ladruncolo del video – ha commentato Candiani – ci penserà bene la prossima volta prima di riprovarci. In Italia l’autista si prenderebbe 10 anni e il ladro un risarcimento». Dopo il danno la beffa per il Senatore, derubato, e pure insultato e dileggiato con diversi utenti che avevano manifestato persino godimento dal furto subito. E adesso anche censurato da Facebook. «Questi – insiste Candiani – sono i democratici di sinistra, da una parte fanno le manifestazioni alla Charlie Hebdo ma poi quando la pensa diversamente da loro ti censurano e ti insultano».
La sicurezza è un chiodo fisso per Candiani che, commentando le ultime vicende accadute a Varese, in particolare le rapine con il machete, ha usato parole forti: «Non è politically correct – tuona il leghista – ma vorrei ci fosse la legge della Sharia per questi individui: usiamoglielo addosso il machete e poi vediamo che ne pensano. Proprio i perbenisti se li portino a casa, ti vengono a dar lezioni e poi ti censurano. Il mio non era un post offensivo, era uno sfogo per quello che mi era capitato. Ma far passare il concetto che non è reato solo perché a essere stato derubato è un leghista è un abominio. Il problema è che ormai il nostro paese non è più credibile».