– Ogni mercoledì, alle tre e mezzo del pomeriggio, Margherita di Savoia faceva musica nel suo salotto con l’ambasciatore prussiano barone Keudell, il maestro Filippo Marchetti e la bella moglie dell’ambasciatore di Danimarca, Lillie de Hegermann-Lindencrone. La regina possedeva una bella voce di soprano, e a volte invitava celebri tenori del tempo, come Mario de Candia o Roberto Stagno, e duettava a lungo con loro.
In ogni palazzo aristocratico, il salotto si animava a giorni fissi per il concerto pomeridiano o serale,
s’invitavano i musicisti in voga, da Francesco Paolo Tosti a Luigi Denza, celebri cantanti da camera come Alice Barbi, amica di Brahms, ma spesso erano gli stessi padroni di casa o i loro figli a esibirsi al pianoforte o a intonare l’ultima romanza in voga.
La “Hausmusik” ha rappresentato uno dei pilastri della cultura ottocentesca, spazzata via ai primi del Novecento dall’avvento del disco, ma le sue tracce rimangono ben impresse anche oggi, nella quantità di vecchi spartiti trovati nei mercatini d’antiquariato e nei dati di vendita dei pianoforti, allora presenti in quasi tutte le case, anche della borghesia colta.
Il 21 marzo alle ore 21, all’Auditorium del Liceo musicale in via Garibaldi 4 a Varese, Grande Orfeo, gruppo musicale e teatrale composto da Mario Chiodetti, narratore, Claudia Donadoni, attrice, Sarah Tisba, soprano e Francesco Miotti, pianoforte, proporrà “Come un sogno d’or…”, viaggio nella romanza da salotto italiana e francese tra Otto e Novecento, ospite della stagione “Giovani talenti alla ribalta” organizzata da Endas.
Nella prima parte, spazio ai compositori italiani come Tosti, il riscoperto Roffredo Caetani duca di Sermoneta, pianista e allievo di Liszt, Alfredo Catalani e Leone Sinigaglia, armonizzatore di quasi 500 canti popolari piemontesi, ma anche al Respighi di Mattinata”, su testo di d’Annunzio, mentre nella seconda saranno protagonisti poeti e musicisti francesi.
Tra i pezzi più interessanti “Conseils à une Parisienne” e “Couplets de Serpolette”, che erano eseguiti nei café chantant parigini, la splendida “L’heure exquise” di Reynaldo Hahn, amico di Proust e grande compositore da camera, “Le chemin de l’amour” di Francis Poulenc e la dissacrante “Diva de l’Empire” di Erik Satie.